tag:blogger.com,1999:blog-33975553175327965432024-03-13T04:05:40.682+01:00Scritture fantasticheIl blog di Valentina Capaldi. Autrice, lettrice, editor freelance.Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.comBlogger602125tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-86981950541114915042019-06-30T19:27:00.003+02:002019-06-30T19:27:53.814+02:00The builders di Daniel Polansky<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimWX5TKnBSFk5TQeDZuGysejJEc9Zpmtr2m8FfmGIfax5x0Is1y732f159DpEfVTt9I-pJRi-Bf5_hFeydEeOMAJ4mliQikRR5QHIrqqJ-BfW-8wuqq28B9MPXqNcjgcFdxlYCU9aHb4I/s1600/The-Builders-600x882.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" data-original-height="882" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimWX5TKnBSFk5TQeDZuGysejJEc9Zpmtr2m8FfmGIfax5x0Is1y732f159DpEfVTt9I-pJRi-Bf5_hFeydEeOMAJ4mliQikRR5QHIrqqJ-BfW-8wuqq28B9MPXqNcjgcFdxlYCU9aHb4I/s320/The-Builders-600x882.jpg" title="The builders daniel polansky" width="217" /></a></div>
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<b>THE BUILDERS, di Daniel Polansky</b><br />
<b>Acheron Books, 173 pagine, € 15,00</b><br />
<b>Genere: furry pulp western</b><br />
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<b>Voto: 3/5</b><br />
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“<b>The builders</b>” di <b>Daniel Polansky</b> è un cosidetto <i>furry</i>, cioè un romanzo che ha come protagonisti animali umanizzati. Tipo la <b>Disney</b>, anche se, decisamente, non si tratta di Disney. È più <b>Tarantino</b> in salsa western, in effetti. Come se tutti gli animaletti pucciosi che costellavano i libri che leggevamo da piccoli (topolini, tassi, talpe, volpi e gattini) si svegliassero un giorno in una storia <b>pulp</b>.</div>
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La trama è questa: il Capitano, un topo guercio con la faccia di bronzo tipo <b>Clint Eastwood</b> dei tempi di <b>Sergio Leone</b>, raduna la vecchia banda, composta dagli animali più veloci del west: un furetto francese, un grosso e muscoloso tasso, un ermellino con una mira infallibile, una salamandra abilissima di mano e una talpa infida. Lo scopo è riconquistare una sorta di palazzo reale da cui il Capitano è stato scacciato anni prima in seguito alla faida tra due fratelli regnanti. </div>
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Si tratta di un romanzo che è stato finalista al <b>Premio Hugo 2016</b>, e posso capire perché: è scritto bene, con uno stile molto personale e citazionista. L’influenza degli spaghetti western e di Sergio Leone è enorme e, naturalmente, c’è dentro molto pulp. </div>
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Però, personalmente, devo dire che non mi ha entusiasmato. Come racconto lungo sarebbe stato bellissimo, ma come romanzo manca di approfondimento. L’ambientazione e il <i>background </i>emergono a stento da uno <i>show, don’t tell</i> estremizzato e i personaggi muoiono prima di avere il tempo di essere davvero approfonditi. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-78235961090627279892019-06-23T16:19:00.003+02:002019-06-23T16:19:55.479+02:00La colonna di fuoco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipx28tK_ooN1HHySJFxJ0nt4WzHOtpLng2CZlgFddPD9hrj64MO4De_ubJFTasuOwEEON1vbb9YY9X0zmA778vXSOFa_UDMoWhUMWv3TcZ2JI3bb-vX_QfBse_Guzw64RaGRM-jlNZodg/s1600/8777808_3268159.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Ken Follet" border="0" data-original-height="1000" data-original-width="599" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipx28tK_ooN1HHySJFxJ0nt4WzHOtpLng2CZlgFddPD9hrj64MO4De_ubJFTasuOwEEON1vbb9YY9X0zmA778vXSOFa_UDMoWhUMWv3TcZ2JI3bb-vX_QfBse_Guzw64RaGRM-jlNZodg/s320/8777808_3268159.jpg" title="La colonna di fuoco" width="191" /></a></div>
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<b>LA COLONNA DI FUOCO, di Ken Follet</b></div>
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<b>Mondadori, 1279 pagine, € 7,90</b></div>
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<b>Genere: romanzo storico</b></div>
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<b>Voto: 3/5 </b></div>
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Ho finito, dopo ben 2 mesi, l’ultimo romanzo di <b>Ken Follet</b>, quello che chiude la <b>trilogia di Kinsbridge</b> composta da “I pilastri della terra”, “Mondo senza fine” e, appunto, “La colonna di fuoco”.</div>
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Me lo avevano detto, ma se non vedo non credo, quindi ho dovuto leggerlo per rendermi conto da sola che è il romanzo più brutto della trilogia. Non brutto in assoluto, perché brutto non è (Ken Follet non scrive mai nulla di brutto), ma comunque non all’altezza dei fratelloni maggiori.</div>
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Dopo l’Alto Medioevo e il Basso Medioevo, qui siamo in pieno Rinascimento inglese, e precisamente all’epoca di <b>Elisabetta I</b>. </div>
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Il romanzo si incentra completamente sulle persecuzioni religiose che sconvolsero Inghilterra e Francia nel XVI° secolo. Il protagonista è<b> Ned Willard</b>, un discendente dei protagonisti dei romanzi precedenti, che trascorre la sua intera vita come spia di Elisabetta con il compito di salvare Sua Maestà dai complotti, per primo quello che avrebbe voluto mettere sul trono al suo posto Maria Stuart.</div>
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Cosa c’è di bello?</div>
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Di sicuro, la capacità di Ken Follet di scrivere un romanzo storico come si deve, intrecciando con grandissima abilità realtà e finzione. L’autore riesce a infilare i suoi personaggi dietro a ogni evento rilevante dell’epoca, il che non è semplice: i cattivi hanno la responsabilità per la notte di <b>San Bartolomeo</b>, quando a Parigi vennero sterminati gli ugonotti; hanno la responsabilità dell’attacco dell’<b>Invincibile Armada</b>, la grande flotta con cui il re di Spagna sperava di sottomettere la Regina Vergine; hanno finanche la responsabilità per il piano di <b>Guy Fawkes</b>, che cercò di far saltare in aria il Parlamento con il re dentro.</div>
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Di meno bello, c’è il fatto che il romanzo è troppo lungo e, sopratutto, ha troppi punti di vista irrilevanti che non concludono la loro linea narrativa, oppure la concludono troppo in fretta. Ci sono personaggi che a un certo punto semplicemente scompaiono, e ti domandi a che cosa siano serviti. Altri sembrano morire solo perché l’autore non sapeva più che farsene di loro. </div>
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In generale, è tutto molto dispersivo; si ha davvero l’impressione che manchi la struttura e tutti quegli infiniti dettagli che alla fine si riuniscono tipici dei romanzi di Ken Follet.</div>
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Che l’autore inglese stia perdendo la sua stoffa? O forse semplicemente l’idea era troppo grande e gli è sfuggita di mano?</div>
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Resta il fatto che, comunque, “La colonna di Fuoco” analizza un periodo interessantissimo della storia inglese ed è un buon romanzo d’azione.</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-11724055773562244212019-05-18T18:07:00.002+02:002019-05-18T18:07:44.291+02:00Salone del libro di Torino 2019. Resoconto<div style="text-align: justify;">
Il <b>Salone del Libro di Torino</b> è uno di quei grandi eventi collettivi che ognuno vive a suo modo. Ci sono talmente tante suggestioni ed esperienze possibili che non si può generalizzare: bisogna per forza raccontare il proprio punto di vista.</div>
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Il nostro Salone, quest’anno, è stato un ritrovare di amici vecchi e nuovi e di rinnovata fiducia verso editori indipendenti che amiamo e ammiriamo. Non un Salone rocambolesco, ma tranquillo e famigliare.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7394okhnFkxFy9UTG5VKYW8uszJ_ui-TSlMiClagcL2Em-SLn8d22J5A1JCFWtFX6dyooDPqotdekpOJW_MOWlhyEya2JiFuhOzjUFd9BhxOMBOLms4GyumOoupzO710pcFnEiolYLvE/s1600/DSC_0060.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7394okhnFkxFy9UTG5VKYW8uszJ_ui-TSlMiClagcL2Em-SLn8d22J5A1JCFWtFX6dyooDPqotdekpOJW_MOWlhyEya2JiFuhOzjUFd9BhxOMBOLms4GyumOoupzO710pcFnEiolYLvE/s320/DSC_0060.JPG" width="320" /></a></div>
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Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, anche in negativo, e ammettere ancora una volta che il Salone è disorganizzato. File chilometriche, gente preposta a dare informazioni che ne sapeva meno di me, dieci tavolini e venti sedie per centomila persone, wi-fi inesistente, connessione dati a singhiozzo, aria condizionata che a volte pareva di stare nel deserto a volte al Polo Nord. So di sembrare una vecchia criticona, ma sono più di 30 anni che viene organizzato; ormai sarà invalsa una certa <i>routine </i>per evitare certe cose, no? E invece no. Vabbè, anche se abbiamo beccato il raffreddore siamo sopravvissute.</div>
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La grande novità è stata l’aggiunta dell’<b>Oval</b>, che è stata un’ottima idea: 13.000 mq in più in cui sono state spostate le sale incontri e gli stand dei grandi editori, lasciando molto più spazio nel<b> Lingotto</b> per tutti gli altri. </div>
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Tra i tanti incontri e ospiti presenti, siamo riuscite a vedere solo<b> Alberto Angela</b> allo spazio Rai, anche se vedere è una parola grossa, dato che ho dovuto tenere la macchina fotografica in alto sopra la folla per cogliere la sua immagine sul maxischermo. Comunque lo abbiamo ascoltato con piacere. </div>
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Dicevo degli editori indipendenti.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif6lRQyNHIBjBPAvFE1HWFqT9ZSvnAw-i3M-ZiMf_HRZ97MbmI1RpT95yiA5cfAlMzaXnzkzwISrQZdCI-AbihZNK1J0h8WF7wMY5MEQRSDFYIO-WSBNecyQr_KE_suWxbRoMfsn08peY/s1600/DSC_0001.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif6lRQyNHIBjBPAvFE1HWFqT9ZSvnAw-i3M-ZiMf_HRZ97MbmI1RpT95yiA5cfAlMzaXnzkzwISrQZdCI-AbihZNK1J0h8WF7wMY5MEQRSDFYIO-WSBNecyQr_KE_suWxbRoMfsn08peY/s320/DSC_0001.JPG" width="320" /></a></div>
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Il primo, senza dubbio, è <b>Watson Edizioni</b>, che ormai è una grande famiglia. Allo stand sono state presentate varie novità di fantascienza: il cyberpunk “Skin” di Delos Veronesi (seguito di Winter, davvero raro esempio di cyberpunk in Italia), la distopia “Screaming Dora” di Laura Scaramozzino (che è una donna entusiasta e infaticabile, dato che ha fatto 5 giorni in piedi a vendere), la fantascienza speculativa di Matt Briar “Terre rare” (<b>premio Kipple</b>), e “L’ultimo viaggio della Dnepro” di Alessandra Cristallini e Andrea Pomes (finalisti<b> premio Urania</b>).</div>
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Inoltre, <b>Antonio Schiena</b> ha presentato il suo ultimo romanzo, “Andrà tutto bene”. Sembra un’inversione di tendenza rispetto al suo titolo precedente, “Non contate su di me”, ma Antonio ha assicurato che questo nuovo romanzo è assolutamente coerente con la sua personalità.</div>
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Ci sono poi “<b>Le Mezzelane</b>”, che essendo una casa editrice marchigiana quest’anno era alloggiata presso lo stand della regione ospite, le <b>Marche</b>, per l’appunto.</div>
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“Le Mezzelane” sono un editore gestito con tanta passione da donne, che produce romanzi di altissima qualità, forse tra i migliori di quelli degli editori indipendenti per la cura che ci viene messa.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidInlDmBy2EUsB8nONSbc2lF3Ska-1VO7-nh3GjirTo5zghcXjVw0kY9eHpWiQMxlW5xNEjEqxEgkSIXRN7MVvfiRsCpaP8qPoTu64BqbqORXOmR0TphlAo2ECjt99hgTAF9zvZ7cxUKA/s1600/DSC_0047.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidInlDmBy2EUsB8nONSbc2lF3Ska-1VO7-nh3GjirTo5zghcXjVw0kY9eHpWiQMxlW5xNEjEqxEgkSIXRN7MVvfiRsCpaP8qPoTu64BqbqORXOmR0TphlAo2ECjt99hgTAF9zvZ7cxUKA/s320/DSC_0047.JPG" width="320" /></a></div>
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Abbiamo assistito con piacere alla presentazione di Renato Ghezzi ed Eufemia Griffo. Il romanzo di Renato, “Seconda possibilità”, è un romanzo storico ambientato durante il nazismo che parla di sport, uguaglianza e inclusione. Tutti valori che rientravano alla perfezione nel tema del Salone, “<b>Il gioco del mondo</b>”, e tanto più importanti alla luce delle polemiche su quell’editore lì che hanno preceduto l’evento.</div>
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Parliamo poi de “<b>La Corte Editore</b>”. Intanto, vorrei porre l’accento sullo sconvolgente cambio di genere dell’autrice <b>Francesca Caldiani </b>che dalla fantascienza per ragazzi è passata al romance (scherzo. Chi mi conosce sa che io e Francesca siamo amiche e non vedo l’ora di leggere il suo nuovo romanzo). In verità, quello su cui vorrei porre l’accento è <b>Wattpad</b>, perché quest’anno La Corte ha presentato diversi romanzi presi dalla piattaforma. Ormai è una tendenza invalsa; attenzione, non è che un editore si fa un giro su Wattpad e sceglie il romanzo con più follower. Questa è una leggenda metropolitana. In realtà dietro ci sono sempre le agenzie, ma è innegabile che pubblicare un romanzo preso da Wattpad porti già a quello stesso romanzo una fetta di pubblico. Non tutto quello che aveva sulla piattaforma, perché a quanto pare molte persone sono su Wattpad solo per leggere gratis, ma comunque una fetta. Che Wattpad sia il nuovo Amazon per il genere romance? Staremo a vedere. In realtà i romanzi fan fiction presi dal web esistono da sempre, soprattutto oltreoceano. Personalmente, trovo che Wattpad sia interessante per avere i primi riscontri su una storia che poi magari diventerà un libro, che è un po’ lo stesso principio che applica chi fa marketing editoriale negli Stati Uniti.</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-42748300769641159622019-05-05T21:12:00.002+02:002019-05-05T21:12:35.750+02:00I libri del mese: aprile 2019<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4oBG5qVBCq2lBYxYLY9mAQxNEFSXfQhphy8MeelUg85kbdz24IGWMaSjXLk8C2WLScwaH1xyQuDwjTZXRae50P7SHzsuopRGiqvC9QrixPhzW9ai2-CqvK3LBUKziX3MGjIBU7YpftTo/s1600/coffee-2390136.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" data-original-height="1089" data-original-width="1600" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4oBG5qVBCq2lBYxYLY9mAQxNEFSXfQhphy8MeelUg85kbdz24IGWMaSjXLk8C2WLScwaH1xyQuDwjTZXRae50P7SHzsuopRGiqvC9QrixPhzW9ai2-CqvK3LBUKziX3MGjIBU7YpftTo/s320/coffee-2390136.jpg" title="Books" width="320" /></a></div>
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Aprile è stato un mese romantico, dato che con gli audiolibri mi sono concentrata sui romance regency (da qui il <a href="https://valentinacapaldi.blogspot.com/2019/04/levoluzione-del-romanzo-regency.html">post sul romanzo regency</a>). </div>
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Per quanto riguarda i libri cartacei, sto leggendo “<b>La colonna di fuoco</b>” di <b>Ken Follet</b> e non sono nemmeno a metà, perciò mi ci vorrà ancora tutto maggio. Lo so, sono lenta, ma è pur sempre un librone da 1270 pagine. Per ora sono molto perplessa. È scritto bene (del resto, Ken Follet è Ken Follet), ma la trama mi pare eccessivamente diluita e mi manca quella voglia di sapere come va avanti che di solito trovo nei romanzi di questo autore.</div>
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Peraltro, comincio a credere che sia un problema tutto mio: quest’anno ho portato a termine un libro solo, tutti gli altri li ho abbandonati per noia. Editare tanto mi fa male.</div>
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Aprile è stato il mesone di “<b>Avengers. Endgame</b>”. L’ho visto giovedì scorso. Mi è piaciuto? Ni. Ha alcuni momenti molto epici, tra cui il primo a tipo quindici minuti dall’inizio del film, ma per il resto… meh. L’idea di base è molto sensata, ma i personaggi a cui eravamo abituati mi sono parsi svuotati della loro essenza, sopratutto Thanos, e si sa che quando c’è un brutto antagonista tutta la storia risulta moscia. Però voto 10 a <b>Chris Hemsworth</b>, che è davvero simpaticissimo. Speriamo di rivederlo in uno dei prossimi film Marvel.</div>
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Sempre in tema di supereroi, avete letto il mio <a href="https://valentinacapaldi.blogspot.com/2019/04/hellboy-il-brutto-film.html">pessimo commento </a>al nuovo film di “<b>Hellboy</b>”. Però ribadisco che Magic Press sta ristampando tutta la saga in sei volumi omnibus, davvero molto belli. Costicchiano (30 euro l’uno) ma sono ottimi volumi da collezione. </div>
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Aprile è stato anche il mesone dell’ultima stagione di “<b>Games of Thrones</b>”, ma devo ancora cominciarla, quindi non mi esprimo in merito. Però, sempre in tema di serie TV, voglio spendere due parole sulla seconda stagione di “<b>Star Trek Discovery</b>”. La prima stagione aveva avuto un guizzo pazzesco solo verso la metà, mentre questa stagione per me è rimasta al top in tutte le puntate. Stavolta l’idea era molto vicina al cyberpunk classico (Gibson, per intenderci), con delle spruzzate di viaggi nel tempo. Secondo me è una serie di altissimo livello nella scrittura, e mi piace da impazzire il fatto che le donne abbiano un ruolo centrale. Un bel salto dalla vecchia Enterprise dove Uhura era considerata più per la sua minigonna che per il suo cervello, no?</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-6305908548953548892019-04-29T12:30:00.000+02:002019-04-29T12:30:03.633+02:00Salone del libro di Torino 2019. Il gioco del mondo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisAkAvaOJYFJlh2gNolCSfosMzwltAyJcHqez8QybhUR6eEpPfBBRNB-63mr2_UFPa_KY6d8Pb2tPA8c0gwR2dH9prhJ0Bu4tWM2dhk3ukdWT-zY1Vtp_8EdaRrSOR_TkoQiW4dfBh9Nk/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Il gioco del mondo" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisAkAvaOJYFJlh2gNolCSfosMzwltAyJcHqez8QybhUR6eEpPfBBRNB-63mr2_UFPa_KY6d8Pb2tPA8c0gwR2dH9prhJ0Bu4tWM2dhk3ukdWT-zY1Vtp_8EdaRrSOR_TkoQiW4dfBh9Nk/s320/locandina.jpg" title="Salone del libro " width="226" /></a></div>
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Dal 9 al 13 maggio torna il <b>Salone del Libro di Torino</b>, in uno spazio espositivo che già dal comunicato stampa promette di essere più grande e organizzato.</div>
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Infatti, quest’anno alla classica area espositiva del Lingotto si aggiunge quella dell’<b>Oval</b>, per un totale di 13.000 mq in più (quindi niente tensostruttura imbarazzante, e magari qualche panchina per sedersi ogni tanto).</div>
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Il tema di quest’anno è “<b>Il gioco del mondo</b>”, ispirato al romanzo dello scrittore argentino Julio Cortázar, un libro sconfinato e un invito alla ribellione, alla fuga e all’avventura, perché costruito in modo che chi legge possa scegliere dove andare attraverso le pagine, da leggere oppure scartare. </div>
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Non ci sarà un Paese ospite bensì una lingua ospite, cioè lo <b>spagnolo</b>, perché la volontà del Salone di quest’anno è travalicare le frontiere ispirandosi a una lingua che unisca popoli e culture diverse.</div>
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La Regione ospite sono invece le <b>Marche</b>, presso il cui padiglione troverete anche la nostra casa editrice, Le Mezzelane, con tutti i suoi autori ed editor.</div>
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Ospite d’onore è la città araba di <b>Sharja</b>. Grazie a Sua Altezza Sheikh Dr. Sultan bin Muhammad Al Qasimi, presidente di Sharjah Book Authority (SBA), saranno presentate a Torino 40 traduzioni inedite di titoli italiani in lingua araba per promuovere la bellezza della conoscenza e lo scambio tra culture. </div>
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I percorsi tematici sono 31. Ci saranno incontri con tantissimi scrittori italiani e stranieri, ma anche con rappresentanti del mondo pop e culturale. </div>
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Il programma completo lo trovate <a href="https://www.salonelibro.it/programma.html">qui</a>. </div>
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Non ci resta che augurare a tutti buon Salone! </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0Via Nizza, 262, 10126 Torino TO, Italia45.0321569 7.666597400000000619.510122399999997 -33.6419966 70.5541914 48.9751914tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-75619963975972022932019-04-21T21:50:00.003+02:002019-04-21T21:50:55.259+02:00L'evoluzione del romanzo regency<div style="text-align: justify;">
Dato che ultimamente leggo solo romanzi ambientati in Inghilterra, ho pensato di fare un post sull’evoluzione del romanzo regency, perché mi pare abbastanza interessante.</div>
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Innanzitutto, bisogna dire che quando si parla di “regency” ci si riferisce a quel periodo che va dal 1800 al 1830, ossia l’epoca di Giorgio IV che fu prima reggente al posto di suo padre e poi re. Si tratta di trent’anni che fanno da ponte tra l’era georgiana e quella vittoriana.</div>
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L’epoca della Reggenza, nonostante la brevità, segnò una serie di importanti cambiamenti nella vita sociale inglese. Il “ton”, cioè l’aristocrazia, seguiva le orme del suo grassoccio principe per quanto riguardava i divertimenti, le arti, il cibo, la musica, i bei vestiti e le belle donne. Durante la lunghissima season londinese, che copriva tutta la primavera, l’estate e a volte anche gran parte dell’autunno, i ricchi proprietari terrieri non avevano altro da fare che invitarsi gli uni a casa degli altri per pranzi e balli. </div>
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Fu tuttavia anche un’epoca d’incertezza, sopratutto nei primi quindici anni, caratterizzati dalle guerre contro Napoleone. </div>
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In questo contesto nacquero i famosi romanzi di maniera, la cui maggior esponente è senza dubbio Jane Austen. I suoi libri (si pensi a “Orgoglio e pregiudizio”, senza dubbio uno dei suoi capolavori) esaminano la società dell’epoca attraverso brillanti scambi di battute e situazioni tipiche. Al centro delle trame c’è l’amore, ma anche la ricerca di un buon matrimonio, i problemi finanziari causati da rendite insufficienti per sostenere il lusso londinese e l’analisi di particolari caratteri dell’aristocrazia inglese (iconici sono la madre delle sorelle Bennet e il cugino Collins in “Orgoglio e pregiudizio”). </div>
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Un po’ più tardo (è del 1848), ma ambientato nello stesso periodo regency, è “La fiera delle vanità” di William Makepeace Thackeray. </div>
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Il romanzo di Thackeray (che è universalmente riconosciuto come uno dei romanzi più belli della storia inglese) mette in scena due eroine lontanissime dalle donne di Jane Austen, che erano pronte a lottare contro la società per i propri valori. Al contrario, in questo libro tutto ciò che viene perseguito è vacuo e vuoto: la scalata sociale e l’amore fine a se stesso, privo del senso critico. Non a caso, fu Thackeray a inventare la parola “snob”. Forse il suo romanzo è molto più attinente alla realtà di quanto lo fossero quelli di Jane Austen.</div>
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Il regency come romanzo rosa nacque attorno al 1920 grazie alla scrittrice Georgette Heyer. Da lì in poi si può distinguere tra romanzi regency “classici”, in cui la tensione sessuale è praticamente nulla, e romanzi di ambientazione regency che invece ricalcano con più precisione le regole del romanzo rosa erotico.</div>
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Attualmente va per la maggiore il romanzo regency erotico (per esempio, potete legge la serie “Love by numbers” di Sarah MacLean che è carina). Le case editrici che pubblicano regency tradizionale sono rimaste pochissime, anzi, probabilmente solo la collana storica della Harlequin.</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-67705570474522084642019-04-16T12:00:00.000+02:002019-04-16T12:00:00.147+02:00Hellboy, il (brutto) film<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_KMSZol6zsDyStH2dz4ueyR0UpzjGOtv0nlgWjau0ptupdZAgfO2LdwrIjkS2303Z0QDV4qdie99eFHbuqvqODOuOvF6BhyphenhyphenqF5DKMiMz_WRwTcD1gFLERWXB8EVWhEOjwZjDSzMsH_jw/s1600/220px-Hellboy_%25282019%2529_theatrical_poster.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="335" data-original-width="220" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_KMSZol6zsDyStH2dz4ueyR0UpzjGOtv0nlgWjau0ptupdZAgfO2LdwrIjkS2303Z0QDV4qdie99eFHbuqvqODOuOvF6BhyphenhyphenqF5DKMiMz_WRwTcD1gFLERWXB8EVWhEOjwZjDSzMsH_jw/s320/220px-Hellboy_%25282019%2529_theatrical_poster.png" width="210" /></a></div>
Aspettavo con ansia questo film, perciò dire che sono delusa è poco. Dirò che odio andare al cinema a spendere 10 euro per un film davvero brutto, e intendo brutto in maniera del tutto oggettiva. È come comprare un brutto libro: quando dopo alcune pagine lo chiudi con disgusto, vorresti solo trovare autore ed editore e prenderli a pugni per averti preso in giro.</div>
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È possibile fare dei film d’azione ottimi. Ci sono tanti esempi a dimostrarlo, da classici come Indiana Jones a l’ultimo Avengers, che era un film rischiosissimo in tema di gestione della trama e dei personaggi. Quindi non mi si dica che Hellboy in fondo è un demone pure un po’ scemo che prende a cazzotti i mostri e che quindi non potevo aspettarmi niente di più. </div>
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La verità, se si vuole essere giusti, è che nemmeno i film di Guillermo Del Toro avevano chissà che trama, ma lì c’era un approfondimento psicologico e un ricerca visiva che questo film se li sogna.</div>
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Andiamo con ordine, comunque.</div>
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Il nuovo Hellboy è diretto da Neil Marshall, che viene dall’horror.</div>
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La trama appiccica vari spunti presi dalle storie di Mignola in una confusione pazzesca. L’antagonista è la strega Nimue che, dopo essere stata smembrata da re Artù millecinquecento anni prima, viene ricomposta e per motivi non meglio specificati decide di distruggere il mondo. Red, che è sempre in biblico tra le sue due nature, per tipo cinque secondi sembra sul punto di allearsi con lei, poi invece la uccide. In questo filone cosi lineare se ne inseriscono altri mille, con personaggi che fanno delle comparsate, perché forse lo scopo era mettere dentro quanti più riferimenti possibile ai fumetti, e linee narrative che restano sospese.</div>
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Di approfondimento psicologico nemmeno a parlarne, ovviamente. Il professore, che riveste l’importantissimo ruolo di mentore, è relegato (forse da un montaggio disastroso) a due/tre battute tutte sul tema di muovi il culo, figliolo. Hai Ian McShane e lo sprechi così. Complimenti.</div>
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E poi lo splatter grottesco, santo cielo. Avevo un bambino seduto di fianco a me e non oso immaginare gli incubi che ha avuto stanotte. Teste che volano, sangue, impalamenti, cadaveri fantasiosi… ce n’era davvero bisogno? </div>
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Ma, in generale, c’era davvero bisogno di un film fatto così?</div>
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Sono delusa perché l’immaginario di Hellboy è molto simile al mio, quindi era lecito aspettarsi di meglio.</div>
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Comunque, Magic Press sta stampando dei volumi Omnibus contenenti tutta la saga di Mignola più alcune one shoot, utili a questo punto per chiunque voglia ritrovare il vero Hellboy. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-52888529027901591312019-02-24T14:17:00.001+01:002019-02-24T14:17:17.692+01:00Audiolibri: Il codice Rebecca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif9Wa9plrDSlJRFWQFYPSpeuwqYcDC0vR451XL3oxjZoMmR-LF5xs2cyIb1QHvWlAldv_lqMXuRkblq7ALleFCVaYR7WwPgKDfhY_jmYyFKyEjc_lyeQiDxPoMb3dgvR8VGesrbrfhC84/s1600/1907102_1661770.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="644" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif9Wa9plrDSlJRFWQFYPSpeuwqYcDC0vR451XL3oxjZoMmR-LF5xs2cyIb1QHvWlAldv_lqMXuRkblq7ALleFCVaYR7WwPgKDfhY_jmYyFKyEjc_lyeQiDxPoMb3dgvR8VGesrbrfhC84/s320/1907102_1661770.jpg" width="206" /></a></div>
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Premessa: volevo fare un post sulla duologia “Carve the Mark” di Veronica Roth, che alla fine ho abbandonato, ma mi sono resa conto che non c’è molto da dire se non che sono libri noiosi.</div>
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Perciò alla fine ho deciso di parlare piuttosto di questo, che ho ascoltato in audiolibro.</div>
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Credo sia inutile dire quanto bravo è Ken Follet; insomma, lo sa più o meno tutto il mondo.</div>
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“Il codice Rebecca” è un romanzo che fa parte del filone delle spy story, come “La cruna dell’ago”. In effetti, il tema è proprio lo stesso de “La cruna dell’ago”: lo spionaggio durante la Seconda Guerra Mondiale.</div>
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“Il codice Rebecca” è ambientato a Il Cairo nel 1942 e narra la vicenda della spia nazista Alex Wolff, per metà tedesco per metà egiziano, il cui compito è scoprire i piani militari inglesi per favorire l’avanzata di Rommel.</div>
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A opporsi a lui, il maggiore dell’esercito inglese William Vandam, che siccome avevo appena rivisto “Bastardi senza gloria” io mi sono immaginata per tutto il tempo con la faccia di Michael Fassbender.</div>
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Il romanzo è molto interessante dal punto di vista storico, dato che una spia nazista al Il Cairo c’è stata davvero. Si trattava di Johannes Eppler, anch’egli tedesco cresciuto in Egitto, che operava da una casa galleggiante sul Nilo con l’aiuto di una soubrette locale e utilizzava come codice il famoso romanzo “Rebecca” di Dhapne du Maurier, quello da cui Hitchcock ha tratto “Rebecca la prima moglie”, per intenderci. Il personaggio di Wolff è estattamente ritagliato su quello di Eppler, anche se nella realtà l’apporto dato da Epppler a Rommel non fu essenziale come quello che nel romanzo riesce a dare Wolff.</div>
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Il romanzo, però, è interessante anche per ragioni puramente narrative. Ripeterò di nuovo che Follet è bravissimo. La trama è un intreccio perfetto e mai scontato e i personaggi sono tutti delineati benissimo. Credo che uno dei meriti più grandi sia che riesce a far empatizzare il lettore con il cattivo; in effetti, il vero eroe è Vandam e l’antagonista è Wolff, ma fino a tre quarti del libro il lettore quasi tifa per il tedesco (poi Vandam comincia a fare cose alla Ethan Hunt e non c’è più storia).</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-70670981437954757342019-02-17T10:11:00.001+01:002019-02-17T10:11:38.543+01:00I libri del mese: gennaio 2019<div style="text-align: justify;">
Anche se ormai è quasi finito febbraio, voglio ricominciare a fare i post “I libri del mese”, e ovviamente devo ripartire da gennaio.</div>
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Gennaio è un mese lungo in cui di solito succedono molte cose.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmQ2jisZBITjTClylvKQnaLeLZSQ_qrYIvnThyRVOqt9HGcs3WJ1_LKKfDJoDseTuimitQUHvCNQeuKtSOXRGCT42AtLI8NtuWbnYWgQwvpE6ceLff1JJvbzP5z5CxOAmzaaHb487tWmw/s1600/51BGHX4bI0L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmQ2jisZBITjTClylvKQnaLeLZSQ_qrYIvnThyRVOqt9HGcs3WJ1_LKKfDJoDseTuimitQUHvCNQeuKtSOXRGCT42AtLI8NtuWbnYWgQwvpE6ceLff1JJvbzP5z5CxOAmzaaHb487tWmw/s200/51BGHX4bI0L.jpg" width="130" /></a></div>
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Sul fronte dei libri letti, in verità, c’è solo “Carve the mark” di Veronica Roth, di cui vi parlerò quando avrò finito anche il secondo volume. Vi anticipo solo che sulle prime l’ho trovato molto bello, poi ha iniziato a declinare. Per questo ci ho messo tanto a leggerlo: se un libro è noioso purtroppo non mi viene voglia di prenderlo in mano. Del resto, però, i due romanzi della duologia non sono nemmeno così brutti da abbandonarli, quindi finirò anche il secondo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigiYyGomfRCTcCf4RZIYKuFpMw7Zl3ocxJ3hfEgeopZBUpKl0BOnS60qYoMrbUtr0H4yywIaLChtALNs6iObTDK3DQxbF9QHWgEiyfJtyZJGA6qEFaqaEC6O3Br1s6xEEHdI_FI0mZC8M/s1600/41%252BKsDOJjqL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigiYyGomfRCTcCf4RZIYKuFpMw7Zl3ocxJ3hfEgeopZBUpKl0BOnS60qYoMrbUtr0H4yywIaLChtALNs6iObTDK3DQxbF9QHWgEiyfJtyZJGA6qEFaqaEC6O3Br1s6xEEHdI_FI0mZC8M/s200/41%252BKsDOJjqL.jpg" width="128" /></a></div>
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Per fortuna in gennaio, come vi avevo già detto, ho scoperto gli audiolibri; oltre quelli che ho recensito (<a href="https://valentinacapaldi.blogspot.com/2019/01/audiolibri-la-ragazza-del-treno.html">La ragazza del treno</a> e <a href="https://valentinacapaldi.blogspot.com/2019/02/audiolibri-chocolat.html">Chocolat</a>) ho ascoltato “Orgoglio e pregiudizio” e “La moglie del mercoledì”. Il primo non ha bisogno di commenti; il secondo è un romance davvero brutto, ma ero curiosa di provare il genere (e me ne sono pentita).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLpUNd6svV_e6r3gQ6fwDPTXFKSKX2jcfUqp0dtgrRMsB2b-aJL0DxAloGugzBR02xXqa1asPyB831mBWO22mRFLea12XGhI0jVRBN7s7LdBKZ5qRYeEIXdaSmhdvyexRDLwvBRTlkwe8/s1600/ghezzi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="712" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLpUNd6svV_e6r3gQ6fwDPTXFKSKX2jcfUqp0dtgrRMsB2b-aJL0DxAloGugzBR02xXqa1asPyB831mBWO22mRFLea12XGhI0jVRBN7s7LdBKZ5qRYeEIXdaSmhdvyexRDLwvBRTlkwe8/s200/ghezzi.jpg" width="141" /></a></div>
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Sul fronte eventi, a metà gennaio abbiamo partecipato al Salone dell Cultura a Milano assieme alla casa editrice “Le Mezzelane”. Siamo andate sopratutto perché c’era la presentazione di un libro editato da noi, “<a href="https://www.amazon.it/Seconda-possibilit%C3%A0-Renato-Ghezzi/dp/8833281779">Seconda possibilità</a>” di Renato Ghezzi.</div>
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Si tratta di un romanzo bellissimo che racconta in forma romanzata la storia di Rudi Ball, l’unico ebreo tedesco a partecipare alle Olimpiadi Invernali del 1936. Un libro che noi abbiamo amato moltissimo e che vi consigliamo di leggere.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvlEhLD2BeCiPVMiZVKiywSakzz4ZcEaHbifyhmohtTGy0mksDK4dh97vlawnRaQajJkz7kRnuldrn57GEoT2o2De0xijEwhi_L2EUn2To8v-GWM252BBQxC4uWsUWSXGg9X_QNsJCBww/s1600/guerriere-concorso-copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="821" height="76" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvlEhLD2BeCiPVMiZVKiywSakzz4ZcEaHbifyhmohtTGy0mksDK4dh97vlawnRaQajJkz7kRnuldrn57GEoT2o2De0xijEwhi_L2EUn2To8v-GWM252BBQxC4uWsUWSXGg9X_QNsJCBww/s200/guerriere-concorso-copertina.jpg" width="200" /></a></div>
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Sempre in collaborazione con “Le Mezzelane”, in gennaio è partito “Guerriere”, concorso fantasy dedicato alle donne.</div>
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Lo scopo è quello di creare un’antologia che raccolga la migliore produzione femminile di un genere che ultimamente sembra stia ritornando di appannaggio maschile.</div>
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Se siete delle donne e vi piace scrivere fantasy, quindi, il regolamento del concorso è <a href="http://concorsi.lemezzelane.eu/concorso-letterario-guerriere-antologia-fantasy">qui</a>. C’è tempo fino a maggio! Lo scopo è presentare l’antologia in ottobre.</div>
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<br />Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-52689403575019486052019-02-05T19:43:00.001+01:002019-02-05T19:43:15.473+01:00Audiolibri: Chocolat<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5L7YEZGmn_4l3TbFU9VM6rAI6izAXzqFe9n-_Tw4OfNhrLfEJ4V93w6Hg4z7LH4Nx1Nh7J0LcedkfzJMAhd2WzFMnjN4w-vFSO9rQpCXff6zLJpTmnxP6QqgLpDMR3i57cNV6Emn-e1g/s1600/9788811135654_0_0_2389_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5L7YEZGmn_4l3TbFU9VM6rAI6izAXzqFe9n-_Tw4OfNhrLfEJ4V93w6Hg4z7LH4Nx1Nh7J0LcedkfzJMAhd2WzFMnjN4w-vFSO9rQpCXff6zLJpTmnxP6QqgLpDMR3i57cNV6Emn-e1g/s320/9788811135654_0_0_2389_75.jpg" width="213" /></a></div>
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Quasi tutti hanno visto “Chocolat”, il film con Juliette Binoche e Jhonny Deep. È tratto dall’omonimo romanzo di Joanne Harris, che peraltro è una trilogia (i seguiti sono “Le scarpe rosse” e “Il giardino delle pesche e delle rose”).</div>
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Vianne Rocher è figlia di una zingara. Lei e la figlia Anouk vagano seguendo il vento fino ad arrivare a Lasquenet, minuscolo villaggio vicino a Bordeaux. Qui la donna rileva un vecchio negozio e apre una cioccolateria, La celeste praline. </div>
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Inizia subito ad aiutare le persone più in difficoltà del paese: il maestro elementare in pensione Guillame, la triste e dimessa Josephine, l’eccentrica e anziana Armande, il vagabondo Roux. Gente che, tutto sommato, è come lei: estranea alla comunità in cui vive nonostante l’appartenenza demografica. </div>
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Tuttavia Vianne, che incarna il lato più ribelle e stregonesco della donna, trova un fiero avversario nel curato Francis Reynaud (del resto apre una cioccolateria durante la Quaresima, c’era da aspettarsi un po’ di resistenza da parte del prete).</div>
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Nel film, non so per quale motivo, la parte dell’antagonista veniva trasferita sul sindaco del paese. Nel libro invece Reynaud è appunto un prete, e forse è una scelta molto più sensata. Non ho potuto fare a meno di rivedere in lui un moderno Frollo. I ragionamenti che fa sono identici al suo illustre predecessore letterario: la donna tentatrice incarna il male, gli zingari vagabondi sono una minaccia per la comunità. Devo ammettere che Reynaud è un ottimo personaggio: completamente oscuro nonostante il suo ruolo richiederebbe il contrario, agisce sulla base di profonde motivazioni legate, più che alla fede che dice di professare, alla sua storia personale.</div>
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Altro personaggio degno di nota è Armande, che nel film era la padrona di casa di Vianne. È una vecchia fiera e ribelle, così tosta che decide da sola come e in che modo morire.</div>
<div style="text-align: justify;">
Molto buona anche l’ambientazione del romanzo. Se si gira un po’ la Francia, ci si rende conto con facilità che, al di fuori delle grandi città, la gente vive in paesini davvero minuscoli arroccati attorno alle chiese, un po’ come era in Italia prima del boom edilizio e com’è tuttora in alcune zone. Le comunità in questi luoghi devono essere piccole e chiuse, sopratutto nei posti dove non c’è turismo. Non c’era quindi luogo migliore per ambientare questa storia, considerando anche la solida tradizione culinaria della Francia. Qui veniamo alla domanda che tutti si pongono riguardo a “Chocolat”: leggerlo fa venire fame? Sì. Ci sono elencazioni interminabili di cibo, non solo cioccolatini, ma tutto il ben di Dio che vi viene in mente. Quindi da assumere assolutamente a stomaco pieno. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-57820814001384505672019-01-27T14:49:00.001+01:002019-01-27T14:49:16.461+01:00Audiolibri: La ragazza del treno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-bgfLNtOh_JxdPaYRWIi-7qYhKX0aXf1RAlfR4duO2NtDYC1Xj5tvV9BPRAZlJdLgzATZf77o_4rM2vh4aBsvNxS5SfV5oV4Zk2zLaMmHpOHFazrSrIPAhFbpcB6DXhpWRHU8k7-_-lc/s1600/la-ragazza-del-treno-libro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1039" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-bgfLNtOh_JxdPaYRWIi-7qYhKX0aXf1RAlfR4duO2NtDYC1Xj5tvV9BPRAZlJdLgzATZf77o_4rM2vh4aBsvNxS5SfV5oV4Zk2zLaMmHpOHFazrSrIPAhFbpcB6DXhpWRHU8k7-_-lc/s320/la-ragazza-del-treno-libro.jpg" width="207" /></a></div>
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“La ragazza del treno” è stato un grandissimo caso editoriale: thriller dell’anno, film con Emily Blunt protagonista, editor che si mangiano le mani per averlo scartato nelle valutazioni. </div>
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Di per sé, in effetti, è molto buono come thriller e a me è piaciuto, anche se tanta gente ha storto il naso.</div>
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Diciamo che non è originalissimo (tratta della violenza sulle donne, di amanti e di alcolismo) e i personaggi sono tutti negativi (tutti al limite della psicopatia), ma la costruzione non è male, anche se non essendo io un’alcolista non so dire se effettivamente certi passaggi siano verosimili.</div>
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La vicenda è questa: Rachel è una donna distrutta. Il marito l’ha lasciata per sposarsi con un’altra donna, da cui ha anche avuto una figlia, e lei è precipitata nell’alcolismo, con il risultato di ritrovarsi disoccupata a dormire da un’amica. Ogni giorno, per non ammettere con la sua coinquilina di aver perso il lavoro, prende il treno e da un sobborgo di Londra arriva fino in centro. Vaga senza fare nulla per tutta la giornata, poi alle 17.30 ritorna indietro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Col treno passa di fronte alla sua vecchia casa, dove ora vive l’ex marito con la nuova famiglia; in una casa vicina, invece, Rachel vede sempre una coppia di giovani sposi che lei non conosce, ma sui quali comincia a fantasticare immaginandoseli in una vita perfetta alla Barbie e Ken.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finché, un bel giorno, Barbie, che in realtà si chiama Megan ed è tutt’altro che perfetta, scompare. Il problema è che la sera della scomparsa Rachel era nei dintorni della sua vecchia casa e potrebbe aver visto Megan; ma Rachel era completamente ubriaca, quindi non ricorda quasi nulla.</div>
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Su questo meccanismo si innestano delle false piste che conducono a un epilogo che il lettore può intuire, se sta attento durante la lettura. </div>
<div style="text-align: justify;">
È un thriller da manuale: red herring, ottimo approfondimento psicologico di personaggi pieni di ombre, un’ambientazione cupa e pesante come possono essere i sobborghi di Londra (pensate a Private Drive, per capire, con le casette costruite in serie). </div>
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Mi è piaciuta soprattutto la caratterizzazione di Rachel: siccome è un’alcolista, tutti attorno a lei pensano che sia pazza, ma il lettore sa che in realtà è solo molto depressa e molto confusa a causa dell’alcool. Questo crea diversi piani di conoscenza che rendono il romanzo ancora più intrigante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come dicevo, è un thriller da manuale, scritto quasi a tavolino, però funziona e vale la pena di leggerlo. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-90093769791572480562018-12-29T10:00:00.000+01:002018-12-29T10:00:01.268+01:00I libri dell'anno 2018<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn5J1C6IbU9wXyT9wsGL3F3wa5TDXLA46MFQoJmaQX7U_j7m3a7q4zYxEboJpfrTW7t70rbn-1pHGEJ_STrL_WJynL-lh2H79xfkYWHA2G-48pPIzX8cKJQn_gIR_rFVWASVoUx9eLLYI/s1600/9781999607500.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="286" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn5J1C6IbU9wXyT9wsGL3F3wa5TDXLA46MFQoJmaQX7U_j7m3a7q4zYxEboJpfrTW7t70rbn-1pHGEJ_STrL_WJynL-lh2H79xfkYWHA2G-48pPIzX8cKJQn_gIR_rFVWASVoUx9eLLYI/s320/9781999607500.jpg" width="228" /></a></div>
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Pensavo che, dal punto di vista delle letture, il 2018 fosse andato malissimo (20 libri contro i 23 dello scorso anno). In realtà, in termini di pagine ho letto di più: 8219 contro le 7574 dello scorso anno (tra parentesi, ringraziamo Goodreads per queste classifiche inutili che ci piacciono tanto). </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho letto libri davvero lunghi quest’anno. La fatica maggiore, ma fatica solo in termini di mole, è stato “La pista delle stelle”: tutta la saga televisiva di Star Trek serie classica riportata in racconto. Sono stata per tanti mesi sull’Enterprise, un meraviglioso mondo futuristico retrò in technicolor xenofilo e misantropo. A volte volevo sposare Kirk, a volte volevo prenderlo a calci negli zebedei. </div>
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La seconda sfida è stata “Via col Vento”, mentre credo che il terzo libro più lungo fosse “La Corona d’acciaio”: più di mille pagine il primo, ottocento il secondo. </div>
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Ecco la lista dei libri letti:</div>
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1 - Arabrab di Anubi, di Alessandro Forlani</div>
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2 - Destinatario sconosciuto, di Kressman Taylor</div>
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3 - La storia infinita, di Michael Ende</div>
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4 - Hydrostasis, di Mirko Dadich </div>
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5 - Il racconto dell'ancella, di Margaret Atwood </div>
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6 - La strega di Kilkenny, di Lorena Marcelli</div>
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7 - Il ballo degli infami, di Jack Sensolini </div>
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8 - Le streghe di Salem, di Bruno Sebastiani </div>
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9 - Nonaroth, di Angelo Berti </div>
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10 - Macchine mortali, di Philip Reeve</div>
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11 - Hunger Games, di Suzanne Collins</div>
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12 - La ragazza di fuco, di Suzanne Collins</div>
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13 - Il canto della rivolta, di Suzanne Collins</div>
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14 - Twizel, di Francesca Caldiani </div>
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15 - Twizel - Reverso, di Francesca Caldiani </div>
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16 - Via col vento, di Margaret Mitchell</div>
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17 - Star Trek. La pista delle stelle </div>
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18 - Alieni a Crema, di Lorenzo Sartori</div>
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19 - Per la corona d'acciaio, di Marco Rubboli </div>
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20 - Vox, di Christina Dalcher </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il 2018 è stato un buon anno per il lavoro. “<a href="http://www.alberodellagrammatica.it/">L’albero della Grammatica</a>” ormai è lanciatissimo; in un anno appena abbiamo fatto dei progressi di cui ritenerci più che soddisfatte. Ovviamente non siamo ancora arrivate dove vorremmo, ma non molliamo. Già da gennaio ci saranno importanti novità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto, quest’anno sono già usciti due libri editati da noi: “<a href="https://www.amazon.it/Tra-Sonno-Veglia-Luca-Pantaleone/dp/1980664714">Tra sonno e veglia</a>” di Luca Pantaleone e “<a href="https://www.amazon.it/Seconda-possibilit%C3%A0-Renato-Ghezzi/dp/8833281779">Seconda possibilità</a>” di Renato Ghezzi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dal punto di vista editoriale, finalmente “<a href="https://www.amazon.it/decima-terra-1-Valentina-Capaldi/dp/8887224129">La decima Terra</a>” è diventato di carta. Vi ho già detto svariate volte quanto questo libro sia importante per me (ci lavoro da quando avevo 18 anni), perciò sono soddisfatta. Peraltro è uscito in occasione del Salone del Libro di Torino che, per quanto sia un posto opinabile, è pur sempre la più importate fiera dell’editoria italiana, perciò soddisfazione nella soddisfazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2019 dovrei uscire con almeno un altro romanzo. Sarebbe bello con due, ma vedremo. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto, non mi resta che augurarvi buon anno!</div>
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Il mio sarebbe perfetto se sposassi un miliardario. Perciò, miliardari fatevi avanti. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-52951918212289899362018-12-15T14:29:00.000+01:002018-12-15T14:29:27.581+01:00Vox<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrHzSyBWoehCYlKpObx0rY9ELqnuIKkQh_1t96V_0gD3Ld_tYvEtuIg7GJAl9B-4xp8xSpWu-DvbahcSuQVLhvZxmuwY7fI5dTvURZdwM05h3u7iwNSKdpwd7QcvFMv1-cKHOWGOTuhPI/s1600/christina-dalcher-vox-9788842931386-2-300x454.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="454" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrHzSyBWoehCYlKpObx0rY9ELqnuIKkQh_1t96V_0gD3Ld_tYvEtuIg7GJAl9B-4xp8xSpWu-DvbahcSuQVLhvZxmuwY7fI5dTvURZdwM05h3u7iwNSKdpwd7QcvFMv1-cKHOWGOTuhPI/s320/christina-dalcher-vox-9788842931386-2-300x454.jpg" width="211" /></a></div>
<br />
<br />
<b>VOX, di Christina Dalcher</b><br />
<b>Casa editrice Nord, 409 pagine, € 19,00</b><br />
<b>Genere: distopico</b><br />
<b>Voto: 2/5</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il distopico al femminile va di moda negli ultimi anni e nella maggioranza dei casi è molto apprezzato. </div>
<div style="text-align: justify;">
In quest’onda, quindi, si colloca la pubblicazione di “Vox” di Christina Dalcher, un romanzo con un’idea non originale ma comunque interessante: in un futuro molto prossimo, le donne statunitensi vengono costrette al silenzio da un braccialetto elettronico che non consente loro di pronunciare più di 100 parole al giorno. Jean è una famosa neurolinguista, o almeno lo era prima del nuovo regime. Sposata con Patrick e madre di quattro figli, di cui un maschio diciassettenne a cui la scuola pian piano sta inculcando le idee maschiliste, viene “liberata” dal suo braccialetto nel momento in cui il fratello del Presidente sbatte la testa in un incidente sciistico causandosi l’afasia di Warnicke, ossia un trauma che va a colpire i centri neurolingustici. A Jean viene chiesto di curarlo e si trova a lavorare fianco a fianco con il suo amante italiano, il neurobiologo Lorenzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’idea è davvero esplosiva. Peccato che il libro sia brutto. Ma brutto brutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
In realtà, non mi stupirei se in origine fosse stata una fanfiction de “Il racconto dell’ancella” preso da Wattpad o simili. Il “what if” è proprio questo: che cosa succederebbe se il Racconto dell’Ancella accadesse davvero? Ci sono molti rimandi e molte analogie con il testo della Atwood, compresa l’amica femminista del college. Il romanzo viene anche citato all’interno del libro, quindi, più di così…</div>
<div style="text-align: justify;">
Peccato che sia una fanfiction fatta male. Al di là della traduzione un po’ incerta con i tempi verbali, direi che il disastro è sia nella trama che nei personaggi.</div>
<div style="text-align: justify;">
La trama è confusa. Ma dire confusa è un eufemismo. Affermiamo pure che non si capisce nulla. Spesso dovevo tornare indietro perché pensavo di aver saltato dei pezzi, invece no: semplicemente non c’è un filo logico. Tutti fanno cose a caso, cattivi in primis, che sono disorganizzati e alla fine vengono fregati con facilità estrema dal Deus Ex Machina di turno.</div>
<div style="text-align: justify;">
I personaggi sono piattissimi, a cominciare da Jean e Lorenzo, che starebbero bene sulla copertina di un romanzo Harmony. Lei non ha nemmeno metà della cazzutaggine di Difred e in effetti combina poco nel romanzo a parte mettere le corna al povero marito, che è il vero eroe di questa storia. Lorenzo, invece… beh, immaginatevi appunto uno di quei fighi da romanzo d’amore, con il petto villoso scoperto e i capelli al vento. Lorenzo è intelligentissimo, bellissimo, bravissimo, fortissimo, coraggiosissimo. A questo aggiungete i più irritanti stereotipi italiani: ha un nonno che suonava il mandolino (…) e tiene in ufficio un fornelletto elettrico per farci il caffè con la Moka (…). Mi sono stupita che non avesse anche un paio di baffoni alla SuperMario e un forno per la pizza accanto al fornelletto elettrico. Per fortuna che l’autrice, almeno a quanto dice la sua biografia, frequenta spesso l’Italia, altrimenti lo faceva pure mafioso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, un libro da evitare. Peccato. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-1671645438664217102018-12-02T15:22:00.000+01:002018-12-02T15:22:04.663+01:00Per la corona d'acciaio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTYqCKq7ouc8JhZrT3UvB-ydinkakXtDJ_mPSE-E9sbpp77B2-r0RAJTj5eJF4Z6Wi3wmefBmYnaOFCxON0MsKjyGpEh4itJuj810dqtuRO3qp7bywgjwZjakdlXFozJaUBB-0ATutrpc/s1600/9203984.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="348" data-original-width="250" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTYqCKq7ouc8JhZrT3UvB-ydinkakXtDJ_mPSE-E9sbpp77B2-r0RAJTj5eJF4Z6Wi3wmefBmYnaOFCxON0MsKjyGpEh4itJuj810dqtuRO3qp7bywgjwZjakdlXFozJaUBB-0ATutrpc/s320/9203984.jpg" width="228" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>PER LA CORONA D'ACCIAIO, di Marco Rubboli</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Watson Edizioni, 645 pagine, € 18,00</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Genere: fantasy storico</b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Voto: 3/5 </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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“Per la corona d’acciaio” di Marco Rubboli è un romanzo fantasy moderno, nel senso che come si usa sempre più spesso oggi l’unico elemento fantastico è l’ambientazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si tratta di un romanzo complesso che s’ispira alle compagnie mercenarie del 1500. Non a caso, l’autore è il fondatore della Sala d’Arme “Achille Marozzo” e uno dei maggiori riscopritori delle arte marziali storiche europee (che significa scherma medievale, ma anche classica greca-romana).</div>
<div style="text-align: justify;">
La trama è questa: Vindice è l’erede di una nobile casata del regno di Galesse, ma la ribellione di suo nonno nei confronti dell’Impero Dosthan lo ha costretto a una vita d’esilio. Milita nella compagnia mercenaria di suo padre al soldo del re di Malia, un re debole e corrotto. Per evitare che l’impero Dosthan conquisti anche Malia approfittando della sua debolezza strutturale, Vindice sarà disposto a tutto, anche abbandonare i valori con cui è stato cresciuto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Bisogna procedere su due piani distinti per questo commento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da un lato, abbiamo una world building estremamente dettagliata che merita di sicuro una menzione d’onore. Rubboli non lascia nulla la caso: dagli scenari agli abiti, dal cibo alle usanze, dalle armi alle strategie di guerra. Tutto è studiato nei minimi dettagli, preciso e verosimile. Anche il background è molto approfondito, tanto è vero che sul sito dedicato al romanzo c’è una vastissima sezione che descrive la storia di questo universo semifantastico. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il risultato è un romanzo vivo e coinvolgente dal lato dell’ambientazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente non c’è nulla da dire sui combattimenti, che sono estremamente realistici considerando chi è l’autore. </div>
<div style="text-align: justify;">
D’altro canto, Rubboli è un esordiente nel campo della narrativa (anche se ha all’attivo molti manuali di scherma), quindi nel romanzo si ravvisa qualche scivolone tipico degli esordienti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Al di là dei personaggi, che sono molto ben caratterizzati anche se a tratti risultano un po’ prevedibili nelle loro azioni (sono tutti fin troppo cavallereschi, come quando Vindice si sente in colpa per essere andato con una prostituta all’insaputa della sua fidanzata), ci sono alcuni snodi della trama che possono sembrare inverosimili o quanto meno semplicistici (per esempio, quando Vindice scopre come risolvere un assedio perché dei soldati che marciano dietro di lui, appartenenti a una casata in teoria neutrale, si fanno sfuggire la soluzione chiacchierando tra loro. Ma siete scemi?)</div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema più grande del romanzo, tuttavia, sono gli infodump, che non sono un male in sé, dato che contribuiscono a creare l’ambientazione; peccato che arrivino sempre nel momento sbagliato a spezzare l’azione. Ogni volta che c’è una situazione di suspense parte uno spiegone. Vindice si aggira di soppiatto nell’accampamento per andare a origliare dalla tenda del re? Spiegone sul suo maestro d’armi morto dieci anni prima. Un’assassina si sta arrampicando su un muro sperando che nessuno passi di lì e la veda? Spiegone sul ruolo delle guardie cittadine. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo ammazza il ritmo e appesantisce un romanzo che già di per sé è molto lungo. </div>
<div style="text-align: justify;">
È un peccato, perché l’idea è interessante e il tutto era molto promettente. Comunque alla fine c’è un cliffhanger che suggerisce un sequel, quindi magari il secondo libro, che non avrà più la necessità d’introdurre il mondo, sarà più snello. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-45837755288673572892018-11-04T20:30:00.001+01:002018-11-04T20:30:15.894+01:00Alieni a Crema <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOxnis85_U7VmK_WfrQo1-kzZSZbTCyY-meGhKT_eAhT_fCCZCWaHyoDCsFI9zuq_cuY7Cy6oUUYbyungByztNowhqQ_ZqKtTFab1JSHbhNdZw2ylV17-9ls8YLwPgQLMw2FaDgXTZAEI/s1600/51qgLiBZ1DL._SX350_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="352" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOxnis85_U7VmK_WfrQo1-kzZSZbTCyY-meGhKT_eAhT_fCCZCWaHyoDCsFI9zuq_cuY7Cy6oUUYbyungByztNowhqQ_ZqKtTFab1JSHbhNdZw2ylV17-9ls8YLwPgQLMw2FaDgXTZAEI/s320/51qgLiBZ1DL._SX350_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" width="225" /></a></div>
<br />
<br />
<b>ALIENI A CREMA, di Lorenzo Sartori</b><br />
<b>Plesio Editore, 244 pagine, € 13,00</b><br />
<b>Genere: fantascienza umoristica</b><br />
<b>Voto: 5/5 </b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ci sono certi libri che un grande editore in Italia non pubblicherebbe mai. Non perché siano brutti, ma perché sono coraggiosi, ed è risaputo che nella maggior parte dei casi (salvo rare eccezioni) i grandi editori disdegnano il coraggio per andare sul sicuro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per fortuna c’è tutto un sottobosco di piccoli editori, sopratutto nel campo del fantastico, che invece il coraggio lo hanno; vendono poco comunque, perciò possono rischiare con libri di qualità ma un po’ strani. </div>
<div style="text-align: justify;">
È il caso di Plesio e di “Alieni a Crema”, romanzo di Lorenzo Sartori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Già dal titolo si capiscono diverse cose.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si tratta di un romanzo di fantascienza (gli alieni arrivano sulla Terra), ma non usuale (arrivano a Crema). Lorenzo è partito dal grande interrogativo che ognuno di noi si pone di fronte a un film di invasioni spaziali: ma perché gli alieni, con un intero pianeta a disposizione, scelgono sempre Washington? Non potrebbero atterrare da qualche altra parte ogni tanto?</div>
<div style="text-align: justify;">
Così l’autore prende cento abitanti di un altro pianeta e li piazza in Italia; ma non in una grande città, bensì in un minuscolo centro come Crema. La motivazione è la seguente: gli alieni sono interessati a capire come viviamo, perciò quale posto migliore di una tranquilla cittadina di provincia legata alle sue tradizioni?</div>
<div style="text-align: justify;">
Il romanzo ha come protagonista Ginevra, sedicenne che ha ben altro per la testa che gli alieni. Accanto a lei troviamo due coprotagonisti: il sindaco Doldi, per il quale i visitatori sono solo una gran seccatura, e lo youtuber Kastigo, un tizio strano e decisamente geek che non si fida delle intenzioni dei nuovi venuti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si parte con molta ironia; Lorenzo, cremasco anch’egli, mette in luce i vizi e le virtù dei terrestri, in particolare degli italiani, in particolare dei cremaschi. Poi il romanzo vira sulla fantascienza seria a cui unisce una buona dose d’azione. Il finale, in un circolo perfetto, ritorna ironico.</div>
<div style="text-align: justify;">
“Alieni a Crema” è un romanzo divertentissimo che tuttavia contiene anche una riflessione sociale, caratteristica propria di tutta la fantascienza che si rispetti, ed è un romanzo inusuale nel panorama italiano. Un azzardo, forse, ma decisamente ben riuscito. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-88421040546327252222018-10-28T17:29:00.003+01:002018-10-28T17:29:36.150+01:00Classici: Via col Vento <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg2FsBhr9cgp_fAcg97TpAePCVrAR52f4VLTlkF3XcCDQWTiQAcMcPQZksRwewYCZHuFTkpBOrXweZBPs5N78PpRWDYm3hSLyvUrfX4UWDiuNE1xCqc_OXcsMwjzpwBqLrS3vP-8Jv_xM/s1600/978880467028HIG-313x480.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="313" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg2FsBhr9cgp_fAcg97TpAePCVrAR52f4VLTlkF3XcCDQWTiQAcMcPQZksRwewYCZHuFTkpBOrXweZBPs5N78PpRWDYm3hSLyvUrfX4UWDiuNE1xCqc_OXcsMwjzpwBqLrS3vP-8Jv_xM/s320/978880467028HIG-313x480.jpg" width="208" /></a></div>
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Quando pensi a un uomo affascinante, un uomo che travalica le epoche con il suo charme, pensi a Clark Gable nei panni di Reth Butler. Con quel baffo impomatato e l’aria da gentiluomo del sud, ti dici che non può esistere uomo più sexy e sogni una storia d’amore come quella di Rossella O’Hara. Certo, Reth era un po’ mascalzone, ma è l’uomo bello e dannato, no?</div>
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Poi leggi tutto “Via col Vento” e ti rendi conto che Reth Butler non era affatto affascinate, ma bensì un gretto furfante alcolizzato e maschilista. Se fossi stata Rossella, al “francamente me ne infischio” lo avrei preso a padellate in testa, altro che domani è un altro giorno. </div>
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In realtà “Via col Vento”, un caposaldo del romanzo americano, è un libro che parla di donne, in particolare della fierezza delle donne della Georgia che, dopo la follia della Guerra Civile, si rimboccarono le maniche e fecero ripartire l’economia, mentre gli uomini vagavano smarriti come in un incubo. Nella verità storica Atlanta, dopo la presa del generale unionista Sherman nel 1864, fu ricostruita in frettisima perché era un importante nodo ferroviario nel quale grazie all’opera di immigrati e schiavi liberati fiorì una nuova società industriale, simile a quella che caratterizzava il nord degli Stati Uniti. Il romanzo tuttavia, scritto da una donna di Atlanta negli anni ‘30 del ‘900 – quindi quando la guerra era ancora un ricordo fresco – presenta una visione molto parziale a favore della società latifondiaria del sud, di cui fa parte anche Rossella.</div>
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Va letto quindi in un’ottica adeguata alla sua epoca. Non è di certo politicamente corretto, ma questo non è sufficiente a renderlo un brutto romanzo, anzi. Direi che è uno dei libri più belli che abbia mai letto.</div>
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Lunghissimo – segue ben dodici anni della vita di Rossella – non ha mai una caduta di tono e i personaggi sono memorabili. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2cGml1NJ1RJXZ-dBOKmy2mgULSfGnF4Budgm_u21mi9Qn5tbYAcYPSGd5sVOSBWTHx0_Y-_2x7Ix0wUo_dxlDs2_3zeu9IQ3Jspc779IjFd55d-BbrwBEflwHvA0l51kD3N-iISvhRzI/s1600/Via-col-vento.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="433" data-original-width="625" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2cGml1NJ1RJXZ-dBOKmy2mgULSfGnF4Budgm_u21mi9Qn5tbYAcYPSGd5sVOSBWTHx0_Y-_2x7Ix0wUo_dxlDs2_3zeu9IQ3Jspc779IjFd55d-BbrwBEflwHvA0l51kD3N-iISvhRzI/s320/Via-col-vento.jpg" width="320" /></a></div>
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Si parte da lei, naturalmente: Rossella O’Hara, Scarlet in originale. Ereditiera di una piantagione di cotone della Georgia, viziata, egoista ed egocentrica, la sua vita viene rovesciata dalla Guerra Civile, una guerra che lei non capisce combattuta in nome di una causa che non condivide. Eppure Rossella è caparbia: anche quando la sua famiglia e i suoi amici vengono a mancare l’uno dopo l’altro, lei continua a pensare solo a se stessa e costruisce dal nulla un impero commerciale, senza badare ai pettegolezzi che la società aristocratica di Atlanta fa su una donna tanto indipendente.</div>
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Eppure, in questo suo egoismo, senza rendersene conto Rossella è generosa e passionale. Lo dimostra accogliendo in casa sua cognata, la dolce Melania, che pur è sposata con l’uomo che Rossella ama alla follia, Ashley. </div>
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Poi c’è Reth, che è un contrabbandiere, un lenone, un ladro e un truffatore, oltre ad avere un serio problema di alcolismo e un’arroganza fuori dal comune. Però chi si assomiglia si piglia, e chi altro potrebbe sposare Rossella, egoista e ignorante, se non un egoista mascalzone?</div>
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Margareth Mitchell scrisse un romanzo fantastico, complesso e mai scontato; suo merito è quello di aver fatto amare al lettore dei personaggi amorali come Rossella e Reth, una cosa che solo i grandi romanzieri sanno fare.</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-5485396961453959112018-09-17T19:16:00.000+02:002018-09-17T19:16:12.434+02:00Amarcord dei dieci anni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9AhFbYgdtYQIquypeAeNUU60PtC0H15ZfHz-Ix4FyTqdks8ilJGKKK22U3b1o5Yt3MtZuL3-thFqR6_1_u_tPQoAtXsDIGnuG0UkQQ73sybwUWQsmkZOPuSMsBhoXLjt5GxlSFWGlGAc/s1600/amarcord.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="679" data-original-width="840" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9AhFbYgdtYQIquypeAeNUU60PtC0H15ZfHz-Ix4FyTqdks8ilJGKKK22U3b1o5Yt3MtZuL3-thFqR6_1_u_tPQoAtXsDIGnuG0UkQQ73sybwUWQsmkZOPuSMsBhoXLjt5GxlSFWGlGAc/s320/amarcord.jpg" width="320" /></a></div>
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17 settembre 2008. </div>
<div style="text-align: justify;">
17 settembre 2018.</div>
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Oggi il blog compie dieci anni. Questo significa che sono passati dieci anni dalla mia prima pubblicazione, dato che il blog è stato aperto in quell’occasione.</div>
<div style="text-align: justify;">
È un po’ difficile non scrivere banalità in post del genere, quindi vi beccherete le banalità. Non posso farci nulla.</div>
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Potrei dire che di acqua sotto i ponti ne è passata, ma non è vero. Gli anni sono trascorsi in fretta se si guarda all’indietro, eppure se mi soffermo sui progressi mi rendo conto di quanto ogni piccolo passo sia stato sofferto, una lotta estenuante per ogni centimetro in più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oh, è la vita, direte voi. Mica è tutto rose e fiori.</div>
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È vero. Per questo sono soddisfatta di ogni traguardo raggiunto. Sono soddisfatta di ogni singolo romanzo e racconto pubblicato e sono soddisfatta della sofferta e sudata evoluzione stilistica che ho avuto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono molto contenta di essere giunta a pubblicare “La Decima Terra”, perché è un romanzo a cui lavoro da ben più di dieci anni. Lionard è un personaggio importante per me, quindi mi fa piacere che sia uscito nel mondo in una forma che mi soddisfa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono anche contenta del percorso da editor. Due dei romanzi su cui ho lavorato vedranno presto la luce e con lo studio stiamo facendo un ottimo lavoro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Certo, la strada è ancora lunga, ma sono stati anni buoni. Faticosi, ribadisco, ma hanno dato i loro frutti. Sono stati anni in cui, sopratutto, ho conosciuto tante persone che hanno la mia stessa passione, e forse questa è la cosa più importante. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-64082146440309641532018-08-12T16:15:00.003+02:002018-08-12T16:15:43.316+02:00Hunger Games<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPjQBfcJfQxDAfbysmvPja9Z5vx6PQ32Gw2TqvRithvDFiUIP4BznXZTVfugVM2O4MTR2Cy6SsTc01AKEP_EyfCIiD4WCQSbDKrvCoxZ-vRryM3bvPopgo-DL1MGdcqoMAqJM6-FjP3cU/s1600/00446947_b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="317" data-original-width="614" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPjQBfcJfQxDAfbysmvPja9Z5vx6PQ32Gw2TqvRithvDFiUIP4BznXZTVfugVM2O4MTR2Cy6SsTc01AKEP_EyfCIiD4WCQSbDKrvCoxZ-vRryM3bvPopgo-DL1MGdcqoMAqJM6-FjP3cU/s320/00446947_b.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<b>HUNGER GAMES, di Suzanne Collins</b><br />
<b>Composto da: Hunger Games, La ragazza di fuco, Il canto della rivolta</b><br />
<b>Mondadori</b><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Genere: young adults</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Voto: 3/5</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Credo che Hunger Games sia stato uno dei primissimi esempi di young adults distopico per come lo intendiamo oggi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli ingredienti sono proprio quelli tipici: c’è una ragazzina sedicenne che narra in prima persona al tempo presente; è una gran figa ma lei non lo sa, tira con l’arco meglio di Robin Hood, uccide quando deve ma sa anche essere pietosa, non ascolta nulla di ciò che le dicono gli adulti eppure proprio così risolve per il meglio ogni problema ed è al centro di un triangolo amoroso con Ragazzopiùsexy® e Ragazzopiùdolce® ma li snobba entrambi. Come se non bastasse, vive nel bel mezzo di un incubo postnucleare che è un miscuglio tra 1984 e la tipica giornata di un gladiatore a Roma. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, diciamo che Katniss Everdeen, la Ragazza di Fuoco, è il problema più grande di Hunger Games, tanto che a un certo punto si arriva a sperare che salti in aria su una mina. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per il resto i romanzi sono interessanti, anche se il secondo capitolo è abbastanza inutile e il primo poteva essere collegato direttamente al terzo. È interessante la costruzione distopica di un regime che si basa sulla propaganda televisiva mischiata al terrore per tener soggiogata la popolazione. Nulla di nuovo sotto al sole, tutto sommato, ma fatta eccezione per le parti sulle paranoie di Katniss la narrazione è avvincente e, per alcuni aspetti, molto angosciante, tanto che in certi punti bisogna smettere di leggere, guardarsi attorno e accertarsi che il mondo sia ancora normale (insomma, la caratteristica che deve avere ogni buona distopia).</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-11690882193756202612018-07-01T11:12:00.004+02:002018-07-01T11:12:54.338+02:00Macchine Mortali<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmCrUaQQcDd3oAXVSfRi3Tr-1nKREkGrTZy4h_s-6XS5iiDrRYgqHNcHRGNCqzIncIu5RsoPomNFhvSbCowgI3ycJKZRNvZ-IBGAMDp_KhkXAQIzNrbpnfT0W8hbjZnkk5nL2QeVkdQIA/s1600/macchine-mortali-maxw-644.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="953" data-original-width="644" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmCrUaQQcDd3oAXVSfRi3Tr-1nKREkGrTZy4h_s-6XS5iiDrRYgqHNcHRGNCqzIncIu5RsoPomNFhvSbCowgI3ycJKZRNvZ-IBGAMDp_KhkXAQIzNrbpnfT0W8hbjZnkk5nL2QeVkdQIA/s320/macchine-mortali-maxw-644.jpg" width="216" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>MACCHINE MORTALI, di Philip Reeve</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Attualmente edito da Mondadori con il titolo di "The hungry city"</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Genere: steampunk per ragazzi</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Voto: 3/5</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“Macchine Mortali” è un romanzo steampunk per ragazzi da cui il regista Peter Jackson ha tratto una trilogia che uscirà al cinema nel dicembre del 2018 (e tutti ci chiediamo da dove derivi l’ossessione di Peter Jackson per le trilogie).</div>
<div style="text-align: justify;">
La trama, intesa come struttura narrativa, non mi ha entusiasmato. Le soluzioni sono molto affidate al caso e certi nodi si risolvono in maniera decisamente affrettata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche i personaggi avrebbero avuto bisogno di maggior approfondimento. </div>
<div style="text-align: justify;">
In generale, mi è parso tutto un po’ superficiale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante ciò, l’idea di base è vincente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo una guerra nucleare che ha distrutto il mondo in sei minuti, l’umanità superstite decide di trasformare le sue città in enormi piattaforme mobili che se ne vanno in giro per il mondo a divorarsi tra loro (lo steampunk sta proprio in questo aspetto).</div>
<div style="text-align: justify;">
La città più grande apre le sue mascelle d’acciaio e ingloba quella più piccola con lo scopo di smantellarla e utilizzare i materiali di cui è composta per la propria sopravvivenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo sistema prende il nome di “darwinismo urbano”: il più grande divora il più piccolo. È l’evoluzione, baby.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel romanzo la parte del cattivo è affidata alla città di Londra, ma c’è sempre quel senso sottinteso di trovarsi in una sorta di giungla in cui in effetti non si ha altra scelta se si vuole sopravvivere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo è ben espresso dal personaggio di Tom, il tipico eroe estremamente reticente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tom proviene da uno dei livelli inferiori di Londra. È un Apprendista Storico di Terza Classe, il che vuol dire che fa le pulizie nel Museo; quindi uno che non conta nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per una serie di circostanze che vedono coinvolta una misteriosa ragazza di nome Hester Shaw, il buon Tom si trova alleato ai nemici della sua città; gli ci vorrà tutto il libro per convincersi del fatto che i selvaggi sono i suoi amati londinesi e non gli altri. </div>
<div style="text-align: justify;">
In conclusione, “Macchine Mortali” è un romanzo che inizia con grandi promesse ma alla fine non le mantiene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque ha tre sequel e due o tre prequel, perché in effetti l’ambientazione è talmente buona che sarebbe stato un peccato non sfruttarla. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-42270701936747021522018-05-26T15:49:00.001+02:002018-05-26T15:49:39.369+02:00Nonaroth<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvDyO0Gqjk5pH0UANyEXIJnZWvF_PIagQb5boVppx25k3AcIfzDBE7__vylzZFhw5nw3W6mW193wY7Uooj0faOVO1UiI79wjo28hm1z0xCHV4Azat12UEk6VfPGXvdsj7VXCfM9t1KTI4/s1600/copertina-nonaroth-321x450.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="321" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvDyO0Gqjk5pH0UANyEXIJnZWvF_PIagQb5boVppx25k3AcIfzDBE7__vylzZFhw5nw3W6mW193wY7Uooj0faOVO1UiI79wjo28hm1z0xCHV4Azat12UEk6VfPGXvdsj7VXCfM9t1KTI4/s320/copertina-nonaroth-321x450.jpg" width="228" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>NONAROTH, di Angelo Berti</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Watson Edizioni, 207 pagine, € 12,00</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Genere: Sword&Sorcery</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Trama: "Persi i ricordi, Aegon è diventato un assassino. La sua vita è tutta nella Foresta delle Ombre, dove depreda e agisce senza scrupoli. Una notte, però, la sua lama si ferma davanti alle iridi bianche di una infante, trovata tra le braccia dell’uomo che ha appena ucciso. Quella piccola è una strega, e del come faccia a saperlo non sembra importargliene nulla. Per lui la bambina significa solo una cosa: oro, e sa già chi glielo darà. Ma Morsy, che non esita a pagare quanto chiesto da Aegon, non è solo un erborista: il suo è un mondo di stregonerie. Di oscure profezie e misteriose divinità. E di gente forse addirittura più pericolosa dello stesso Aegon, che viene convinto a proteggere la bambina per il giusto prezzo. Perché Nonaroth, questo il nome dato alla piccola, non è una semplice strega. E lui non è un semplice assassino. Yana, una guerriera nomade, dovrà assicurarsi che non rinunci all’incarico. Mentre i ricordi bruciano". </b></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
“Nonaroth” di Angelo Berti è un romanzo di <i>sword&sorcery</i> e, al contempo, una fiaba dark che ha come protagonista un antieroe impegnato nella lotta a una forma di male che assume la forma più innocente che possa avere, quella di una bambina. </div>
<div style="text-align: justify;">
Angelo Berti è un prolifico autore fantasy. </div>
<div style="text-align: justify;">
“La vera scintilla è scoccata un Natale di <i>alcuni</i> anni fa. Per la precisione nel 1978. Mia madre mi regalò la Spada di Shannara di Terry Brooks. Da quel giorno non ho più smesso di leggere fantasy! In realtà dietro a quel libro c’è una storia molto più ampia e personale, ti basti sapere che quando l’ho raccontata a Terry Brooks si è commosso. La Spada di Shannara ha un posto d’onore nella mia libreria, ora con dedica autografata”, mi ha detto riguardo alla sua passione per il genere. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7eIIvIicdiO9nIgPXeWSAMHAqqc5LsO_6LKefS7W55PDhEUJ3ys-O4QXbIhGpKFQJMWcsID4ekNV-4fooeXD6ba00IiWCRJRXayX5tMfnRdL4ad7ddVzXROplw575K5MGvHfJseCyyC8/s1600/angelo+e+terry.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="719" data-original-width="960" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7eIIvIicdiO9nIgPXeWSAMHAqqc5LsO_6LKefS7W55PDhEUJ3ys-O4QXbIhGpKFQJMWcsID4ekNV-4fooeXD6ba00IiWCRJRXayX5tMfnRdL4ad7ddVzXROplw575K5MGvHfJseCyyC8/s320/angelo+e+terry.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre a essere una bellissima storia d’amore, “Nonaroth” esplora il tema della “strega” in una chiave fantasy che incarna alla perfezione i topoi dello <i>sword&sorcery</i>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Riguardo alle sue fonti d’ispirazione, Angelo dice: “Ho letto talmente tanti libri di genere da non sapere più riconoscere quali, di conseguenza non posso dire di sentirmi ispirato da qualche autore in particolare. Certo l’ambientazione S&S è evidente, con la differenza che i miei personaggi sono molto più caratterizzati di quanto il genere preveda. Ma se devo dirti cosa mi ha ispirato Nonaroth, è stata la mole di documentazione che avevo raccolto sulle streghe per una precedente pubblicazione (l’urban fantasy Debito d’Onore – Plesio Editore – firmato A.P.Hughes). Quando mi è stato chiesto di scrivere un romanzo da inserire nella collana Truefantasy di Watson Edizioni ho pensato di sfruttare una parte di quella documentazione che non ero riuscito a mettere a frutto nell’altro romanzo. Ho cercato di creare qualcosa di nuovo amalgamando varie visioni della strega dagli albori a oggi. I saggi di Lavinia Pinello e Lavinia Scolari, inseriti nel libro, lo spiegano molto bene”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Riguardo proprio al tema della strega, in realtà Nonaroth ha una doppia connotazione, perché viene definita anche “dea”, una creatura assolutamente malefica e quasi indistruttibile che genera negli uomini tanto terrore da meritarsi un attributo divino. </div>
<div style="text-align: justify;">
“Fin dall’antichità la magia è prerogativa femminile”, afferma l’autore. “Nonaroth, nel suo modo di essere strega e dea, è il frutto di studi durati mesi. Raccoglie in sé le superstizioni e le leggende di varie epoche, finanche ai giorni nostri. Per essere più specifico nella risposta, contestualizzando la storia nell’ambientazione medioevale del romanzo, in quell’epoca l’attributo di <i>strega</i> era un’accusa che nasceva dall’ignoranza e dalla paura, per cui spesso abusato anche per semplice delazione. Il male esercita un fascino che fa facilmente breccia nelle coscienze impreparate o fragili. O malate. Molto spesso i “mostri” vengano elevati a livelli di adorazione. Il passo alla divinazione è molto breve. Io non ho fatto altro che concentrare questi effetti di paura e fascino in un unico personaggio. Non mi risulta questa doppia connotazione, come l’hai giustamente definita, in alcuna figura mitologica o storica, a parte, forse, Lilith”.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’antagonista di questa figura, che poi è il protagonista del romanzo, è Aegon, che nella tradizione dello <i>sword&sorcery</i> è un antieroe classico, nel senso che fallisce la sua prova contro la morte. Angelo, che ama gli antieroi perché li trova molto moderni, spiega che Aegon è <i>cattivo</i>, ma non è Male; è vittima del Male: “Nonostante abbia vissuto senza una chiara definizione di Bene, prova sentimenti forti, ma quando impara che i suoi sentimenti non sono sufficienti si rende conto, a sue spese, che per sconfiggere il Male serve un male peggiore. Senza che l’eventuale successo comporti una redenzione. In questa mia visione di Aegon, c’è molto di come vedo la società odierna. Oggi il filo tra quello che viene definito Bene e ciò che è ritenuto Male è talmente sottile che spesso non riusciamo a distinguerli. Basta passare qualche momento su qualsiasi Social per intuire che oggi il Bene e il Male, come il Giusto o lo Sbagliato, sono ritenuti delle opinioni. Non ho scelto un cattivo. Ho scelto una coscienza confusa, tristemente attuale”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Riguardo ai suoi prossimi progetti, Angelo dice che sono tanti: “Alcuni hanno già una consistenza che prevede la pubblicazione, altri sono ancora storie in cerca di vita. Per non essere vago, il più concreto riguarda una nuova collana di Watson Edizioni sulla quale non posso anticipare niente, ma posso incuriosirti dicendo che i più importanti autori di fantastico italiano ne saranno coinvolti. Sarà qualcosa di molto intrigante e, per me, entusiasmante. Poi ci sarà continuità anche nella collaborazione con l’associazione Italian Sword & Sorcery, dopo Pirro il Distruttore, pubblicato solo in e-book all’inizio del 2018. Ma parliamo di programmi con scadenze tra uno o due anni. Potrebbe, però, uscire qualche cosa prima, dipende dagli editori che stanno valutando altri testi.”</div>
<div style="text-align: justify;">
Per concludere, Angelo Berti ringrazia per la bella intervista e dice una cosa su cui non posso che essere d’accordo: “Sono molti gli autori italiani che meritano le attenzioni dei lettori in un genere di nicchia, ma che ha tante storie da raccontare”. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-61055508235571708692018-05-21T19:44:00.000+02:002018-05-21T19:44:01.301+02:00Le streghe di Salem<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfvUuAne5oo9CVgLMPfCgwPT6WiRn0QNR3hRA19jnwqyHsA_dtZc26B3Esvr8JqWfcOIEpCdCuoGsiqumykFc7Ze17uDbUsqJjbrBEROvjf7Eilfz6b8zt9LOOhbvSTepeHdMOSuUdSPY/s1600/610-1r8nZpL.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="358" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfvUuAne5oo9CVgLMPfCgwPT6WiRn0QNR3hRA19jnwqyHsA_dtZc26B3Esvr8JqWfcOIEpCdCuoGsiqumykFc7Ze17uDbUsqJjbrBEROvjf7Eilfz6b8zt9LOOhbvSTepeHdMOSuUdSPY/s320/610-1r8nZpL.jpg" width="229" /></a></div>
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<br /></div>
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<b>LE STREGHE DI SALEM, di Bruno Sebastiani</b></div>
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<b>Le Mezzelane Casa Editrice, 187 pagine, € 13,90</b></div>
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<b>Genere: saggio storico romanzato</b></div>
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<b>Voto: 5/5</b></div>
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“Le streghe di Salem” di Bruno Sebastiani è un romanzo storico, ma sarebbe più corretto definirlo “saggio romanzato”, che tratta della paradossale e folle vicenda che si svolse nel piccolo villaggio di Salem, in Massachussetts, alla fine del 1600.</div>
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Lo scenario era quello del puritanesimo più puro; per intenderci, lo stesso che fa da sfondo alla vicenda de “La lettera scarlatta” di Hawthorne. </div>
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Giunti nell’America del Nord solo poche decine di anni prima, dopo essere stati scacciati dall’Inghilterra, i puritani si erano trovati a dover colonizzare un territorio estremamente ostile: vaste pianure, vastissimi laghi, fiumi enormi, una fauna selvaggia e pericolosa, un clima molto rigido e, non in ultimo, popolazioni locali che non erano disposte a farsi scacciare dalle loro terre. A questo andava aggiunta una religiosità molto rigida che portava a essere superstiziosi e a vedere il male in ogni dove. </div>
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Con questi presupposti, un fenomeno d’isteria collettiva come quello della repressione della stregoneria trovò facilmente acchito. Bastò il gioco sciocco di alcune ragazzine e nel giro di pochi mesi centoquarantaquattro persone vennero incriminate e, tra queste, diciannove morirono per impiccagione e una per schiacciamento del torace. </div>
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Il testo di Sebastiani ripercorre tutta la vicenda con estrema precisione e lucidità. A leggerla pare davvero assurda, ma si cambia idea se si pensa che in Europa le streghe vennero bruciate per tre secoli. </div>
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In realtà, secondo me l’aspetto più interessante della vicenda è il puritanesimo, che forse è stata tra le più inquietanti espressioni del cristianesimo; un fondamentalismo religioso che nascondeva meschinità, ipocrisia e rancore e che, tutto sommato, è stato la base dei moderni Stati Uniti. </div>
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Siccome ve ne ho parlato da poco, vi suggerisco, dopo aver letto questo libro, di recuperare “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwoood, che parla di ciò che accadrebbe se i puritani riuscissero a prendere il potere nel Nord America. Messe in relazione tra loro, le due vicende appaiono l’una il seguito dell’altra. In effetti, non a caso nella bellissima serie televisiva tratta dal romanzo della Atwood (guardatela!) a un certo punto c’è un’esplicita citazione delle streghe di Salem. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-67221273887081971382018-05-04T18:17:00.001+02:002018-05-04T18:17:33.202+02:00I Libri del Mese: Aprile 2018<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVy4Cnp9289t27VhVwZPcNzjhVinsSUO4x9YuGPE32exjmFTWVElXeETx1N2dkGbpYymg_r4gGYB0noEBYNZXgAg82iOtjfVV8LhXtVNe39TLipXLdzah_EMsrOZbw_2VDfv0kYklSZyE/s1600/rose-2539951.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVy4Cnp9289t27VhVwZPcNzjhVinsSUO4x9YuGPE32exjmFTWVElXeETx1N2dkGbpYymg_r4gGYB0noEBYNZXgAg82iOtjfVV8LhXtVNe39TLipXLdzah_EMsrOZbw_2VDfv0kYklSZyE/s320/rose-2539951.jpg" width="320" /></a></div>
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Aprile è stato un mese di feste e ponti. Ho letto solo due libri (<a href="https://valentinacapaldi.blogspot.it/2018/04/la-strega-di-kilkenny.html">qui</a> e <a href="https://valentinacapaldi.blogspot.it/2018/05/il-ballo-degli-infami.html">qui</a>) e mi sento indietro come la famigerata coda del porcellino d'India. </div>
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Dall'altro lato, il nuovo romanzo è pronto per l'uscita. La copertina è una bomba, il contenuto spero pure. Non appena verrà reso noto (a Torino, manca meno di una settimana!) ve ne parlerò più diffusamente. </div>
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Ho anche iniziato una nuova storia su Wattpad che mi sta prendendo un sacco. Non ne ho parlato perché in verità è un po' imbarazzante, quindi lo dirò qui e mai più. È un fantasy erotico, perciò l'unico luogo dove pubblicarlo è proprio Wattpad, in cui sono (semi) nascosta da uno pseudonimo. Comunque scrivere a puntate è un buonissimo esercizio, perché devi rispettare la coerenza senza la possibilità di tornare indietro in un secondo momento a sistemare le cose.</div>
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Wattpad è anche una buona palestra per imparare a promuoversi. È per lo più un <i>do ut des</i>, però capitolo dopo capitolo ci si rende conto che la qualità paga, dato che aumentano le visualizzazioni e le stelline. </div>
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Questa fantastica storia la trovate <a href="https://www.wattpad.com/story/145987828-lo-schiavo-di-tardenzia">qui</a>. Per ora sono cinque capitoli abbastanza corti, quindi siete ancora in tempo per mettervi al passo.</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-88827489331423855272018-05-01T13:00:00.000+02:002018-05-01T13:00:47.215+02:00Il ballo degli infami<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEA35bhSTFIoocQq8a5SVaMOpd6pzkv4VxIgOKWt3CDDT71IksHUb-xaYHaRxgKuuWvI1yQxMTwjRl6oYE0kc3OtobJ3lLt069N0x8BJIyBBOj0PhwxdTj8uiDgZDVCIY-tOujYIo_jTA/s1600/copertina-Il-ballo-degli-infami-323x450.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="323" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEA35bhSTFIoocQq8a5SVaMOpd6pzkv4VxIgOKWt3CDDT71IksHUb-xaYHaRxgKuuWvI1yQxMTwjRl6oYE0kc3OtobJ3lLt069N0x8BJIyBBOj0PhwxdTj8uiDgZDVCIY-tOujYIo_jTA/s320/copertina-Il-ballo-degli-infami-323x450.jpg" width="229" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
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<b>IL BALLO DEGLI INFAMI,di Jack Sensolini</b></div>
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<b>Watson Edizioni, 410 pagine, € 15,00</b></div>
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<b>Genere: Grimdark Fantasy</b></div>
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<b>Trama: "Si sa: i re e gli eroi scolpiscono il proprio nome nella storia, gli infami muoiono. Dimenticati. Ma in quella tempesta di follia che avvolge il regno di Abadonia, gli infami sono anche quelli che sputano sangue fino all’ultimo respiro. Gli infami hanno visto Darcan dei Carte soggiogare un pezzo dopo l’altro tutti i domini sull’orlo della rivolta, in un’eterna partita al Gioco dell’Orda contro le sue mancanze di re, di padre e di uomo. Celebre anche come il Re di Cuori, per molti è soltanto il Re Cane. Gli infami c’erano, quando Domdraco ha preso vita dalle leggende per difendere Dom e i suoi cittadini dai soprusi. Sono rimasti quando il Principe Ereditario ha assunto il comando dell’Arma abadoniana senza le qualità per farlo, trascinandola in un inferno. E in quell’inferno gli infami ci sono tutti piombati dentro, e hanno ballato: fratello Gheorg ha intravisto un frammento del Grande Sogno e denunciato per primo il tradimento che ha provocato la guerra. Caio il Senzanome, leggendario generale del Primo Reggimento, maledice il giorno in cui dovrà separarsi dalla spada: un uomo la cui fedeltà al Sovrano viene prima di tutto, perfino della propria vita e di quella dei suoi figli."</b></div>
<br />
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“Il ballo degli infami” è il romanzo di esordio di Jack Sensolini, nuova e promettente voce nel panorama del fantasy italiano. Si tratta di un romanzo di genere Grimdark, che sarebbe il fantasy brutto sporco e cattivo derivato dall’heroic fantasy che ha il suo manifesto in autori come George R.R. Martin, Richard Morgan e Joe Abercrombie.</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima curiosità è perché Jack abbia scelto proprio questo genere.</div>
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“Ti dico la verità, non è stata una scelta consapevole. O meglio, quando ho iniziato a pianificare il Ballo degli Infami non conoscevo l’esistenza di questo genere. Mi spiego: avevo letto Martin, ovviamente, e avevo intuito che ci sarebbe stato un prima e dopo le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Era stata piantata una bandierina, e niente sarebbe stato più come prima. </div>
<div style="text-align: justify;">
Può sembrare strano, ma l’idea che c’è alla base de Il Ballo degli Infami nasce dalla lettura di Freud, in special modo dalla sua interpretazione del senso di colpa. Da qui il tema forse più ricorrente del romanzo: il rapporto padre/figlio.</div>
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Terminata la prima stesura, mi è capitato tra le mani un libro di Joe Abercrombie (The Heroes), e lì sono rimasto folgorato. Avevo finalmente trovato quello che cercavo, una specie di conferma. Un autore di successo che aveva, bene o male, la mia stessa visione. La cosa mi ha spinto ad andare avanti, fare il passo successivo. Prima di rimettere mano al romanzo, ho recuperato in fretta tutti gli altri libri della Prima Legge di Abercrombie. Sono venuto a “sapere” del Grimdark, e il Ballo degli Infami lo era già, al 100%”. </div>
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Il romanzo è una sorta di lunghissimo prologo a quella che si preannuncia come una guerra di successione piuttosto sanguinosa. L’autore compie la scelta di utilizzare differenti punti di vista. I più originali e divertenti sono senza dubbio quegli degli “infami” del titolo, cioè la bassa soldataglia, individui rozzi e ignoranti il cui unico scopo è riempirsi la pancia e sopravvivere un altro giorno. </div>
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“Questa scelta è stata dettata dal fatto che volevo fare un romanzo corale, che descrivesse Abadonia nella sua complessità”, spiega Jack al riguardo. “Sono sempre stato attirato dai personaggi secondari, dalla plebaglia, dalla fauna di second’ordine. La feccia, per intenderci. Nel Signore degli Anelli, per esempio, il mio personaggio preferito è Gollum. </div>
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Per di più, la cosa mi permetteva di variare il linguaggio a secondo del punto di vista, dare dinamicità alla scrittura e sperimentare un linguaggio più vicino al parlato comune.”</div>
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Il romanzo, tuttavia, affronta anche temi importanti, primo fra tutti la tragedia famigliare. In effetti, tra le fonti dell’autore ci sono Medea e l’Edipo Re, e poi le tragedie di Shakespeare, Coriolano e Macbeth su tutte, oltre a Freud, Borges, Alan Moore, in parte i Wu Ming, Martin. Joe Abercrombie, come detto, è venuto dopo, ma non è stato meno importante. Inoltre si trovano accenni al rinascimento italiano, alle maschere della tradizione (Pulcinella, Capitan Fracassa, Scaramuccia, Pantalone), alla cinematografia nostrana da Brancaleone ai Picari, passando per la musica di De André. Fondamentale è stata anche la lettura di Berserk, il manga di Miura, soprattutto per il finale.</div>
<div style="text-align: justify;">
“Il Ballo degli Infami è il mio romanzo d’esordio, ma arriva al termine di un percorso personale durato dieci anni”, dice ancora l’autore. “Ho scritto almeno altri tre romanzi, oltre a svariati racconti, prima di pubblicare. E parlo di romanzi compiuti, altrimenti sarebbero molti di più. Ho partecipato a pochi concorsi, alcuni veramente insignificanti. Non ero mai realmente soddisfatto del mio lavoro, della mia scrittura. Sapevo che mancava qualcosa, così ho sempre lavorato per migliorare. Niente di trascendentale: ho letto tanto, ho scritto tanto. È così che si deve fare, non ci sono formule magiche. </div>
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Devo dire che sono molto soddisfatto del mio esordio, non in termini di vendite, chiaramente, ma parlo proprio di soddisfazione personale. </div>
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Avevo timore a rileggerlo, una volta stampato. Devo dire che è andata meglio di come pensavo”. </div>
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Jack Sensolini è tra i cofondatori di un movimento particolare, “Ignoranza Eroica”. Gli ho chiesto di parlarmene.</div>
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“Ignoranza Eroica, come tutte le cose migliori, è nata un po’ per gioco. Io e Luca Mazza, uniti da una visione comune, abbiamo organizzato il peggior torneo letterario della storia, lo Schiaffantasi, in cui ciascun partecipante affibbiava al proprio avversario 3 personaggi, 1 oggetto e 1 scenario, e con quelli avrebbe dovuto scrivere un racconto. Avevamo bisogno di un contenitore, di uno spazio in cui fissare la nostra idea di fantasy. Così abbiamo fondato Ignoranza Eroica. </div>
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Se “eroica” sappiamo tutti cosa significa, su “ignoranza” c’è ambiguità e scetticismo. Mi preme specificare che non è sinonimo di “volgare”. Siamo promotori di un fantasi (con la i) di menare. Dritto come un pungo nei reni, non edulcorato, insomma. </div>
<div style="text-align: justify;">
A me e Luca si sono poi uniti Alberto della Rossa e Michele Gonnella, membri ufficiali del team e portatori d’ignoranza nel mondo. In ultimo anche Laura Silvestri e Fabio Andruccioli (vincitore del Torneo Schiaffantasi).</div>
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Per farla breve, Ignoranza Eroica è una via di mezzo tra una pagina Facebook e un movimento letterario. Facciamo meme, articoli, racconti, tornei letterari. Ma il fine ultimo è sempre la letteratura. Siamo in uscita con un’antologia, autoprodotta assieme al collettivo Nerdheim, al cui interno sono presenti autori come Alessandro Forlani, Maico Morellini, Angelo Berti, Mauro Longo.”</div>
<div style="text-align: justify;">
Per quanto riguarda i progetti futuri di Jack, ce ne sono diversi. Il secondo romanzo del Mondo Infame è in cantiere, anche se non sa esattamente quando riuscirà a finirlo. Ci sono altri soggetti sviluppati senza data di scadenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
In questo momento sta lavorando a un altro progetto, sempre con Luca Mazza, che si chiama Riviera Napalm, un Hardmony, come lo chiamano loro. Mad Max in Emilia-Romagna, per farla breve.</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-23352496744136444282018-04-30T16:22:00.000+02:002018-05-01T12:55:11.924+02:00La strega di Kilkenny<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitfT1CvhSj7dfLKhC45DmCDsSmOH-BwgL1zIL_yP__E0A_bwO9CETd9zKN-aiAC0q1MmLGdvSVa_6NQTqLrgjuKTbPS50tQywmvRByCEho2aySZwl_OVySiUdAx15oaOXVYu_N-b1Fmxk/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="522" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitfT1CvhSj7dfLKhC45DmCDsSmOH-BwgL1zIL_yP__E0A_bwO9CETd9zKN-aiAC0q1MmLGdvSVa_6NQTqLrgjuKTbPS50tQywmvRByCEho2aySZwl_OVySiUdAx15oaOXVYu_N-b1Fmxk/s320/download.jpg" width="223" /></a></div>
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<b>"A.D. 1324. ALICE KYTLER. LA STREGA DI KILKENNY", di Lorena Marcelli</b></div>
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<b>Le Mezzelane Editore, 300 pagine, € 14,90</b></div>
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<b>Genere: romanzo storico</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Trama: Richard de Ledrede, vescovo di Kilkenny, accusa la prima nobildonna della storia, Dame Alice Kyteler, di essere a capo di una setta eretica dedita alla stregoneria e alla magia nera. Dame Alice Kyteler, doveva essere una donna bella e avvenente, e questa supposizione è avvalorata dal fatto che si sposò per ben quattro volte e, ogni volta, con uomini ricchissimi e importanti, oltre che nobili. All’inizio del 1300 Alice decide di trasformare l’ostello di famiglia, il Kyteler’s Inn, in un punto di ritrovo per uomini e donne dediti all’Antica Religione. Presto si comincia vociferare che nella locanda si svolgessero riti satanici e che all’interno della stessa fossero nascosti oggetti “molto importanti e pericolosi”. Quando l’anziano quarto marito della nobildonna inizia a perdere peli e unghie, una serva lo convince a denunciarla al vescovo, che già dal suo arrivo in Irlanda sta raccogliendo prove contro di lei, e, soprattutto, sta cercando di entrare in possesso di un importante segreto che la donna conserva. Una storia mozzafiato, tratta dagli atti originali del processo redatti personalmente dal vescovo de Ledrede. </b></div>
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<br /></div>
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“A.D. 1324. Alice Kytler. La strega di Kilkenny” è un romanzo storico di Lorena Marcelli, autrice che ha già pubblicato romance con grandi editori. La prima curiosità che ho avuto è stata chiederle in che modo sia passata al romanzo storico.</div>
<div style="text-align: justify;">
“Lo storico è sempre stato il mio genere preferito e, ogni volta che posso, cerco una storia interessante da raccontare”, è stata la risposta. “Preferisco le storie minori; quelle che in pochi conoscono. In realtà mi sono dedicata ai romance in un secondo tempo, quasi per gioco. Ne scrissi uno per partecipare a un concorso e lo vinsi. Sono sempre stata una scrittrice curiosa e mi piace cimentarmi anche nei generi che non conosco e non amo particolarmente. Penso che un bravo scrittore debba essere simile a un bravo attore in grado di interpretare ruoli diversi riuscendo a essere sempre credibile”. </div>
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La vicenda narrata nel romanzo è quella di Alice Kytler, la prima nobildonna irlandese a venire accusata di stregoneria. </div>
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Siamo agli inizi del 1300. Lo scenario è quello della dominazione inglese in Irlanda e, oltremanica, della persecuzione dei Templari a opera di Filippo il Bello.</div>
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L'Irlanda è sempre stata una terra particolare, legata agli antichi riti che celebrano le fasi della natura, e a quanto pare Alice era una wiccan, cioè una sacerdotessa celtica. </div>
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Nel 1300 questo significava essere una strega agli occhi della Chiesa cattolica, e quindi il vescovo francese Richard De Ledrede ne fece una questione personale.</div>
<div style="text-align: justify;">
“Qualche anno fa, per un caso fortuito, lessi un piccolo trafiletto dove veniva citata Alice Kytler, la prima strega irlandese condannata al rogo” ci dice l'autrice. “Non so dirti cosa suscitò il mio immediato interesse; so solo che, da quel momento in poi, iniziai a fare ricerche sulla sua figura e, mano a mano che scoprivo qualcosa di più su di lei, mi incuriosivo sempre di più e ampliavo il raggio delle ricerche. Sono riuscita a trovare gli atti del processo scritti dal vescovo Richard de Ledrede, il suo accusatore. Lì ho trovato tutti gli spunti necessari per fare ricerche sul periodo storico in cui visse Alice. Io studio molto sui testi antichi e con l’aiuto di alcuni colleghi, che lavorano in biblioteca, riesco a trovare testi in ogni parte del mondo. Naturalmente ho letto anche molti saggi sulla stregoneria e sui personaggi vissuti nel 1300”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nel romanzo, la vicenda di Alice è legata a quella di un’importante reliquia di Giovanni Battista. </div>
<div style="text-align: justify;">
“A.D. 1324 è il secondo romanzo che ha come protagonista Alice Kyteler” ci dice ancora Lorena. “Il primo è stato L’enigma del Battista, un thriller storico. In realtà Alice era legata ai Templari giovanniti, seguaci del Battista, e il 24 giugno, per gli irlandesi seguaci dell’Antica religione, era un giorno molto importante. Da quel legame è nata l’idea della vicenda della reliquia, e della storia che ruota intorno alla stessa”.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il romanzo è un'ottima ricostruzione storica di un periodo oscuro e complicato. Salta all'occhio soprattutto la follia delle accuse che vennero mosse contro Alice, per lo più frutto della sfrenata fantasia di uomini che vedevano il male a ogni angolo.</div>
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Il finale è a sorpresa. Non ve lo spoilero, ma Lorena mi assicura che è molto verosimile, sebbene non si possa avere una certezza storica per mancanza di fonti.</div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3397555317532796543.post-19729280607985940082018-04-19T19:40:00.000+02:002018-04-19T19:40:02.062+02:00Un libro in 30 giorni? No!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMyv8UW3MP1Iz6TaA_It1sOHtfD7YS2L5qSlzZ2Si4oRC8fwPHVB78Mc0Twzq44Sj6pGsf439T9XNsVf_BvWe3h6qgsS3iLq1QoDf9VQwLh1uJfrF9ZXK0eva5mespCu_JqCtdkjdPyPg/s1600/filmmaker-2838945.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1145" data-original-width="1600" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMyv8UW3MP1Iz6TaA_It1sOHtfD7YS2L5qSlzZ2Si4oRC8fwPHVB78Mc0Twzq44Sj6pGsf439T9XNsVf_BvWe3h6qgsS3iLq1QoDf9VQwLh1uJfrF9ZXK0eva5mespCu_JqCtdkjdPyPg/s320/filmmaker-2838945.jpg" width="320" /></a></div>
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Stamattina ho letto su Facebook di un corso che promette la scrittura di un libro in 30 giorni e le tecniche per autopubblicarlo su Amazon e guadagnarci i miliardi.</div>
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Un libro in 30 giorni si può anche scrivere, per carità, ma ci sono due condizioni, una alternativa all'altra:</div>
<div style="text-align: justify;">
- O si scrive una schifezza;</div>
<div style="text-align: justify;">
- O ci si lavora 16 ore al giorno.</div>
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Bisogna ovviamente distinguere tra saggistica e romanzi; forse (ma anche qui con le dovute cautele) un saggio breve in 30 giorni si può mettere su. Un romanzo è invece impossibile, a meno di una delle due condizioni di cui sopra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Faccio questo post perché moltissima gente ormai è purtroppo convinta del contrario; Amazon pullula di sedicenti scrittori (e per lo più, purtroppo per il genere, sono sedicenti scrittrici) che sfornano un "romanzo" al mese. Le virgolette sono d'obbligo, perché non si tratta di romanzi. Si tratta di luoghi comuni appiccicati alla pagina con grammatiche traballanti e livelli di verosimiglianza paragonabili a un asino che parla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciamo perdere il discorso dell'ispirazione, quella bastarda che viene a trovarti sempre solo quando non puoi metterti al lavoro, e concentriamoci sul metodo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La stesura di un romanzo (se si vuole lavorare con serietà) richiede di:</div>
<div style="text-align: justify;">
- Buttare giù un soggetto;</div>
<div style="text-align: justify;">
- Documentarsi;</div>
<div style="text-align: justify;">
- Fare una scaletta;</div>
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- Scrivere una prima stesura;</div>
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- Documentarsi ancora;</div>
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- Rifare la scaletta;</div>
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- Scrivere la seconda stesura;</div>
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- Procedere alla revisione.</div>
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Questo è un metodo. Ce ne sono anche di più lenti. </div>
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Come può una persona normale, che ha un lavoro o comunque una vita al di fuori della scrittura, riuscirci in un mese? Ma anche uno scrittore di mestiere non ci riesce, a meno che, come Dumas, non abbia un piccolo esercito di assistenti.</div>
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Il problema, e scusate se pare un luogo comune anche questo, è che la gente ormai pensa che tutto sia facile e rapido. Invece la scrittura, quella vera, è dedizione, rigore, sacrificio, molte bestemmie e, ultimo ma non meno importante, passione. Si tratta di un'attività estremamente faticosa che però sa darti grandi soddisfazioni nel momento in cui tieni in mano il libro stampato.</div>
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Sopratutto, non è democratica. Non tutti possono scrivere. Chi non ha la pazienza e pensa di ottenere grandi risultati in 30 giorni farebbe meglio a dedicarsi ad altro. </div>
Valentina capaldihttp://www.blogger.com/profile/07376656318336585551noreply@blogger.com0